"È un salasso inaccettabile Il meccanismo va stoppato"

Il senatore di Fi: "Serve ragionevolezza. Berlusconi ha già chiesto un tetto sostanziale alle ammende"

"È un salasso inaccettabile Il meccanismo va stoppato"

Le cattive notizie non viaggiano mai sole. Se da una parte cittadini e consumatori dopo aver vissuto due anni di pandemia, sono oggi stretti nella morsa dell'inflazione, del caro energia e della scalata dei prezzi del carburante verso vette inesplorate, l'adeguamento biennale delle sanzioni previsto dal Codice della Strada e parametrato all'inflazione potrebbe portare loro brutte sorprese, assumendo una forma paradossale. Gli italiani potrebbero, infatti, trovarsi a fronteggiare aumenti delle multe fino al 10% rispetto all'anno precedente.

Senatore Maurizio Gasparri, cosa pensa di questa stangata a mezzo multe che potrebbe colpire gli italiani dal 2023?

«Lo Stato deve essere capace di comprendere il momento e adottare un principio di ragionevolezza. È assolutamente inaccettabile l'ipotesi di un ulteriore incremento delle multe per degli automatismi che vanno certamente rivisti. I cittadini di tutto hanno bisogno meno che di cartelle e sanzioni che vadano a inasprire le loro difficoltà quotidiane e li allontanino ulteriormente dalle istituzioni».

Cosa chiedete al governo?

«È chiaro che bisogna fermare questi automatismi che hanno un sapore persecutorio. Ma bisogna allargare il raggio d'azione dell'intervento. Forza Italia chiede che per i cittadini colpiti da multe salatissime si tenga conto del reddito effettivo di chi subisce le sanzioni, visto che gli importi spesso equivalgono al 20-30% di uno stipendio mensile. Pertanto non solo non devono esserci aumenti, ma ci deve essere maggiore attenzione da parte di tutte le amministrazioni pubbliche che talvolta intensificano il numero delle multe per cercare di coprire dei buchi di bilancio. Aspettiamo il governo alla prova dei fatti e speriamo che le nuove normative riducano la brutta abitudine di molte amministrazioni locali di utilizzare in modo distorto questi strumenti, che dovrebbero servire più alla sicurezza stradale che a procurare aumenti delle entrate».

Come avete intenzione di agire?

«Ci muoveremo nelle sedi opportune e saremo in prima linea nel chiedere la cancellazione di questo aumento biennale. Inoltre, ci faremo promotori di meccanismi che possano rendere meno esose alcune sanzioni che rischiano di mandare in briciole i redditi familiari già fortemente provati dall'esplosione dell'inflazione e dal caro bollette».

C'è il rischio che questo inasprimento delle sanzioni possa risultare controproducente sul fronte della riscossione?

«Certamente, in Italia c'è un problema generale di riscossione che va affrontato. Nel caso in cui le cartelle riguardino multe vecchie di anni, la situazione può essere ancora più spiacevole. Nessuno vuole dare l'idea che non si debba multare una sosta in divieto o una infrazione al codice stradale, ma se la violazione è avvenuta dieci anni fa e lo Stato non è riuscito a riscuotere la multa, buonsenso vorrebbe che si arrivasse a un compromesso.

Silvio Berlusconi ha chiesto in uno dei suoi interventi più recenti che per il futuro venga fissato un tetto alle ammende: non si può comminare a un cittadino che guadagna 1.200 euro una multa di 200 euro. Per questo abbiamo chiesto ai Comuni di ridurre l'entità delle multe e che almeno la metà sia spesa per asfalti, sicurezza, educazione stradale e non per rimpinguare le loro casse».

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