Una frase che frana sulle polemiche politiche seguite al disastro di Ischia. La pronuncia il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, intervistato da Rtl 102.5 sull'abusivismo edilizio: «Basterebbe mettere in galera il sindaco e tutti quelli che lasciano fare», perché «i sindaci non devono lasciare costruire. Io confischerei quello che è abusivo, e poi andrei a vedere caso per caso».
Parole goffe che scatenano una gazzarra politica ma che hanno il merito di aprire il dibattito sulle responsabilità politiche di decenni di devastazione del Sud in nome del «qui si è sempre fatto così». Ma le prime reazioni sono un coro di condanna. Naturalmente a prenderla sul personale sono soprattutto i sindaci. Quello di Lacco Ameno, comune ischitano confinante con quello di Casamicciola Terma, Giacomo Pascale si dice «incredulo» e propone a Pichetto: «Se il discorso è in generale faccia una legge che prevede l'arresto dei sindaci». Di dichiarazioni «sconcertanti» parla il sindaco di Pollica (Salerno) Stefano Pisani, anche coordinatore dei Piccoli Comuni Anci Campania: «Arrestare i sindaci? Per quale reato? Siamo di fronte ad una totale ignoranza delle norme del diritto amministrativo e a un conflitto tra Istituzioni gravissimo». Anche il collega di governo di Pichetto, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, lo bacchetta: «C'è qualcuno che vorrebbe arrestare i sindaci, mentre io li vorrei proteggere, e vorrei liberare i sindaci, perché su loro gravano le maggiori responsabilità». E il presidente dell'Anci, il sindaco di Bari Antonio Decaro, nota che «il ministro forse non sa che la competenza sul dissesto idrogeologico è dello stesso ministero dell'Ambiente. Non sono interventi che fanno i comuni che possono essere chiamati a fare i soggetti attuatori». Decaro invita Pichetto a scusarsi. Cosa che Pichetto non fa, preferendo chiarire che si trattava di «una riflessione di carattere generale» che non faceva «riferimento ad alcun amministratore in modo particolare. Tanto meno si al commissario prefettizio che sta guidando in modo inappuntabile Casamicciola».
Al di là di una frase inopportuna, il governo Meloni appare consapevole della necessità di un cambio di passo in materia di dissesto idrogeologico. Domenica il consiglio dei ministri straordinario ha annunciato l'approvazione entro fine anno del Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, che comunque, parole dello stesso Pichetto, «non avrebbe evitato il disastro di Ischia». Ma una road map è necessaria e ne è consapevole anche il ministro per la Protezione civile Nello Musumeci, secondo cui «la normativa attuale ha bisogno di interventi concreti e qualche volta anche radicali» anche se «gli abusi non sono tutti uguali» e «bisogna fare una netta distinzione tra chi ha aperto una finestra in più e non doveva aprirla e l'abuso di chi ha costruito un villino sulla spiaggia o in una zona ad alto rischio come è accaduto purtroppo a Ischia». Naturalmente c'è anche un problema di fondi, in un Paese in cui il 94 per cento dei comune è a rischio. Soldi che, come ricorda il deputato Pd Andrea Orlando, già ci sono per le amministrazioni che ne facciano richiesta, grazie al fondo stanziato nel 2013 dal ministero dell'Ambiente.
La pietra dello scandalo continua a essere il condono previsto per Ischia in un comma del decreto Genova nel 2018 dal governo Conte. «Una casa di Casamicciola realizzata abusivamente nel 2000 in una zona a rischio - fa sapere Legambiente - non poteva essere sanata col condono Berlusconi del 2003. Grazie al decreto Genova del governo Conte 1 è diventata sanabile e ricostruibile coi soldi pubblici». Ieri il leader di Italia Viva Matteo Renzi è tornato ad attaccare Conte, «un uomo senza vergogna».
«I fatti dicono che Giuseppe Conte ha firmato il condono per Ischia, ha abolito l'unità di missione Italia Sicura e non ha mandato avanti il progetto Casa Italia lanciato con Renzo Piano. Nessun artificio retorico può negare questa drammatica realtà». «Questo per noi è sciacallaggio, non politica», la replica del leader pentastellato.
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