Salvini bacia il crocifisso: "Avanti con flat tax e Tav"

Il leader esulta per il risultato storico: "Primo partito in Italia". Non strappa ma sfida gli alleati sui suoi temi

Salvini bacia il crocifisso: "Avanti con flat tax e Tav"

«È un successo incredibile, solo cinque anni fa ci davano per morti ora siamo il primo partito da nord a sud. Ma non useremo questo voto per un regolamento di conti interno, il mio avversario era e rimane la sinistra, gli alleati di governo per me sono amici, con cui da domani si torna a lavorare serenamente per applicare tutti i temi del contratto di governo rimasti in sospeso: flat tax, autonomia, opere da sbloccare. La somma dei due partiti al governo supera il 50%. A livello nazionale non cambia nulla» assicura Matteo Salvini a notte fonda, dopo aver brindato con i fedelissimi nel suo ufficio in via Bellerio e baciato il crocefisso.

L'«aria di cambiamento» annusata in giornata si traduce in un ambo secco: la Lega vola oltre il 30% e diventa il primo partito italiano, i grillini affondano dietro il Pd. Se dalle urne serviva un segnale per «far abbassare la cresta» agli alleati di governo, il segnale è arrivato forte e chiaro. «Adesso basta sgambetti e insulti, l'agenda di governo la dettiamo noi» dicono i leghisti nel quartier generale. La linea ufficiale è di smorzare i toni, non alimentare lo scontro con i grillini e smentire ipotesi di maggioranze alternative. «Siamo il primo partito, ma la composizione del Parlamento italiano è quella del 4 marzo, delle elezioni politiche. Dopo queste europee non cambia nulla per il governo» assicura il ministro Gianmarco Ceninaio. «Non abbiamo intenzione di usare questo risultato per mettere in crisi il governo. Anzi, insieme M5s e Lega siamo oltre il 50%. Certo, il nostro risultato ci dà più forza per mettere al centro i nostri temi: dalle infrastrutture alla Flat Tax» spiega il capogruppo Riccardo Molinari. Anche per Roberto Calderoli il voto «avrà ripercussioni in Europa e anche in Italia, fermo restando che è un voto europeo» e non si chiede la «fiducia al governo: io credo che Lega e M5s supereranno ampiamente la maggioranza assoluta». A chi chiede se i 5 stelle siano nemici o amici, Calderoli risponde: «Nessuno è mai stato nemico, nessuno è mai stato amico: stiamo lavorando insieme si potrà lavorare di più». Sulle conseguenze pratiche del voto sull'esecutivo gialloverde invece la risposta è sibillina: «Pensieri». Insomma si va avanti con il contratto di governo, anche se cambia radicalmente il peso specifico dei due contraenti è di conseguenza le priorità nella agenda del governo.

Si scommette già sui ministri M5s e tecnici che salteranno (Toninelli e Moavero) per far posto ai leghisti. Eppure, assicurano fonti vicine a leader, Salvini non vuole alzare i toni contro il M5s, né è intenzionato a chiedere poltrone o un cambio a Palazzo Chigi per far sloggiare Conte, sotto attacco dell'ala leghista più allergica all'abbraccio con i grillini. Di certo però il capo leghista non ammetterà più rinvii e sgambetti sulle leggi finora boicottate dagli alleati, dalla flat tax all'autonomia allo sblocco delle infrastrutture a partire dalla Tav. Un cambio di passo e un'inversione dei rapporti di forza nell'esecutivo, dunque, ma senza cataclismi. A meno che da qui in avanti il M5s non si metta di traverso ai punti del contratto che interessano alla Lega. A quel punto Salvini avrebbe un pretesto per rompere tutto e chiedere elezioni anticipate. Ma è solo un'opzione secondaria finora, Salvini vuole andare avanti a governare con Di Maio, malgrado molti suoi colonnelli siano di diverso avviso (da Giorgetti a Zaia). Nelle dichiarazioni ufficiali a urne aperte il ministro dell'Interno infatti ha continuato l'operazione di allentamento delle tensioni con i 5s già iniziata negli utimi giorni della campagna elettorale. «Auguro il meglio ai miei alleati. Con i 5 stelle sto governando, non posso avere avversari negli amici di governo. Gli unici miei avversari stanno a sinistra.

Una larga vittoria della Lega - assicura Salvini - non cambierà l'assetto dell'esecutivo, i rimpasti non mi interessano, in Italia non cambia nulla». Quel che però è certo è che i grillini dovranno darsi una regolata: Le opposizioni sono opposizioni quelli dagli alleati sono più strani».

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