Il Movimento 5 Stelle non ha affatto gradito il vertice al Palazzo del Viminale tra Matteo Salvini, i suoi collaboratori e le parti sociali. Nella mattinata di oggi, infatti, al Dicastero, il ministro dell'Interno si è seduto al tavolo insieme a sindacati e associazioni datoriali, in vista della Finanziaria, appuntamento clou di questo autunno, che molto dirà del futuro dell'esecutivo stesso
Un faccia a faccia, forte di 43 associazioni di categoria, in cui si è parlato di riduzione della tasse – Flat Tax al 15%, in primis –, di pace fiscale e delle necessità-priorità di far (ri)partire i cantieri delle piccole-medie-grandi opere, anche attraverso un lavoro di cesello che vada a semplificare, velocizzandola, la macchina burocratica italiana, ancora troppo farraginosa.
La stesura della Legge di Bilancio, insomma, sarà l'ennesima prova del nove per il governo di Giuseppe Conte, in bilico per la sempre più difficile convivenza tra Lega e M5s e rispettive istanze e vedute.
Ecco, al summit odierno, al fianco del ministro dell’Interno, anche Armando Siri (responsabile economico del Carroccio), la cui presenza ha ulteriormente irritato la compagine pentastellata. "La presenza di Siri all'incontro con i sindacati? Dimostra che è un incontro politico, non di governo. Quindi scevro da ogni carattere istituzionale", la posizione del M5s, secondi fonti grilline, secondo quanto raccolto dalle agenzie stampa.
A poco è nulla, dunque, è servita la puntualizzazione del leader della Lega, che ha dichiarato di non aver alcuna intenzione a scavalcare le competenze del premier, che preso comunque in contropiede dall'iniziativa del suo vice ha così commentato il tutto, uscendo da Palazzo Chigi. "È un incontro di partito? Ci sta bene la presenza di Siri. Siamo nella logica di un incontro governativo? Non ci sta bene la presenza di Siri".
Dunque, Conte ha aggiunto piccato: "Se oggi qualcuno pensa che non solo si raccolgono istanze da parte delle parti sociali ma anticipa dei dettagli di quella che ritiene debba essere la manovra economica, questo non è corretto affatto e si entra sul terreno di scorrettezze istituzionale".
Furioso pure Lugi Di Maio che, in un post su Facebook, accusa i sindacati di "trattare con un indagato per corruzione messo fuori dal governo, invece che con il governo stesso".
"Ora ho capito perché alcuni sindacati attaccano la nostra proposta sul salario minimo (per tutti stipendi di almeno 9 euro lordi l'ora), quando abbiamo milioni di lavoratori sfruttati e sottopagati", ha detto, "Parlino pure con Siri, parlino pure con chi gli vuole proteggere le pensioni d'oro e i privilegi. Hanno fatto una scelta di campo, la facciamo pure noi".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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