Scontro tra governo e Regioni. "Chi corre troppo la pagherà"

Aperture in Veneto, Liguria, Valle d'Aosta e Alto Adige. Boccia avverte: "Si rischia di vanificare gli sforzi fatti"

Scontro tra governo e Regioni. "Chi corre troppo la pagherà"

Non è più la «Fase 1» stretta, ma non è ancora la «Fase 2». Il lockdown soft, verso il quale si sono avviate alcune Regioni, sta creando una gran confusione. C'è il rischio che si passi all'anarchia, mentre il governo mirava a mantenere le redini tirate ancora un po', per far calare ulteriormente la curva dei contagi.

A fare lo scatto in avanti per primo è stato il presidente del Veneto, che due giorni fa ha firmato un'ordinanza per togliere il limite dei 200 metri da casa per svolgere attività motoria, fermo restando l'obbligo di utilizzo di mascherine e guanti. «La fase 2 ci piaccia o no è già iniziata - ha detto Luca Zaia - In questo mese ci giochiamo il nostro futuro e le nostre vite. Il lockdown non esiste più, perché sono state autorizzate alcune imprese, dobbiamo guardare in faccia la realtà». Ma già ieri è stato costretto a minacciare il pugno di ferro. «Mi hanno mandato delle foto che mi fanno arrabbiare di parcheggi di rifugi pieni di macchine - ha detto lanciando un ultimatum - Aspetto ancora 24 ore: se mi arrivano ancora foto di chi pensa di fare scampagnata, non funziona e si cambia l'ordinanza. Quando ci viene la tentazione di fare passeggiate pensiamo a chi ha patologie complicate, anziani e immunodepressi».

Il comportamento di Zaia è stato criticato dal Sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri, Andrea Martella. «Si tratta di un andamento altalenante di cui non c'è proprio bisogno - ha sottolineato - in questa fase delicata ogni passo deve essere compiuto con estrema ponderazione. I provvedimenti restrittivi emanati dal governo rappresentano la sintesi più chiara del programma di contrasto alla diffusione del virus».

Invece per il presidente della Liguria, Giovanni Toti «ogni regione ha le sue esigenze», tanto che ha firmato un documento per riaprire le attività legate al giardinaggio, alla manutenzione delle attività balneari, alla piccola edilizia e alle rifiniture in cantiere per la consegna di imbarcazioni già allestite.

Anche in Alto Adige le misure di contenimento sono state allentate, prevedendo spostamenti in auto e mezzi pubblici all'interno del territorio, legati a visite a figli e compagni, mentre il sindaco di Bolzano, ha stabilito che l'attività fisica si può fare entro i 400 metri da casa e, con i sindaci di Merano e Laives, ha reso obbligatoria la distanza di tre metri tra persone e la copertura di naso e bocca. Infine in Val d'Aosta nei prossimi giorni il dipartimento risorse naturali e Corpo forestale consentirà la riapertura dei cantieri forestali sospesi, sia quelli affidati a imprese esterne, che realizzati dagli operai forestali.

Ma l'allentamento delle maglie della prevenzione non è piaciuto al ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia che avverte: «I presidenti che vogliono riaprire se ne assumeranno la responsabilità». «La ripartenza deve avvenire a condizione che tutti i sistemi sanitari territoriali siano stati messi in sicurezza - continua Boccia - Il rischio è che lo sforzo straordinario fatto dagli italiani venga vanificato da errori a livello territoriale. Quando si ripartirà il quadro nazionale dovrà essere omogeneo e funzionante». Poi spiega che le Regioni hanno sempre avuto la possibilità di stringere ulteriormente rispetto alle misure decise dallo Stato centrale. L'allentamento, invece, non è possibile perché andrebbe in contrasto con le leggi.

«Il passaggio alla Fase 2 sarà molto, molto difficile - conclude il ministro - Nella relazione tra la dimensione sociale e quella economica sarà un passaggio e per questo serve un raccordo permanente tra le norme regionali e quelle nazionali».

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