Scontro nei cieli, vittime i piloti-eroi

Collisione tra aerei in esercitazione. Gli avieri salvano case e scuole: morti bruciati

Scontro nei cieli, vittime i piloti-eroi

In picchiata per evitare una strage. Due piloti morti e molta paura per gli abitanti di Guidonia, alle porte della capitale. Riesce a lanciare il «may day» il maggiore Marco Meneghello, 46 anni, prima di schiantarsi, in volo obliquo, su un'auto parcheggiata in strada evitando di finire sulla palazzina accanto o, peggio ancora, su un asilo a poche centinaia di metri. Una manovra eroica che solo lui, istruttore dell'Aeronautica Militare, pilota esperto con migliaia di ore di volo all'attivo, poteva fare. Pochi istanti dopo il suo collega e amico fraterno, il tenente colonnello Giuseppe Cipriano, 48 anni, precipita su un prato accanto al centro commerciale La Triade.

Tragedia, ieri mattina, sui cieli di Colle Fiorito, lungo la via Tiburtina. Doveva essere un normale volo di addestramento in vista delle celebrazioni, il 28 marzo prossimo, del centenario della fondazione dell'Aeronautica Italiana. Ma si è trasformato in dramma, a pochi minuti dalla fine dell'esercitazione, per due dei quattro piloti dei velivoli Siai Marchetti U-208 del 60° Stormo. Vecchi aerei a elica, ma ancora perfettamente efficienti, utilizzati per il traino degli alianti o per intercettare piccoli velivoli che, fuori dalla portata dei radar, possono costituire un pericolo. La Procura di Tivoli ha aperto un'inchiesta, contro ignoti, per disastro aereo colposo, in parallelo all'indagine avviata dall'ispettorato dell'Aeronautica per chiarire le cause del disastro. In attesa di mettere a verbale le testimonianze degli altri due piloti, l'ipotesi più accreditata resta quella della collisione fra i due U-208, probabilmente per una perdita di assetto di uno dei due in fase di atterraggio.

Nessuna evoluzione acrobatica, stando alle prime testimonianze. «L'incidente è avvenuto a 4 minuti dalla fine del volo di addestramento - spiega il generale di squadra aerea Silvano Frigerio comandante delle scuole di Aeronautica dell'aeroporto di Guidonia dov'è stanziato il 60°Stormo -, durato in tutto 15 minuti, di quattro velivoli che hanno volato a circa tre metri di distanza l'uno dall'altro fino alla manovra di atterraggio quando gli aerei tre e quattro, ovvero quelli di Cipriano e Meneghello, si staccano per cominciare l'avvicinamento alla pista. La collisione è avvenuta per motivi ignoti a circa 1.500 piedi di altezza, ovvero a 500 metri dal suolo. Il volo in formazione è uno dei voli di routine, questi velivoli erano in servizio da diversi anni, più di quaranta, ma in perfetta efficienza, e vengono utilizzati per l'addestramento degli allievi piloti. Non hanno scatola nera, non è previsto il paracadute e hanno 4 posti. Servono anche a intercettare ultraleggeri e altri velivoli che possono rappresentare una minaccia, mentre in ambito scuole vengono usati per il traino degli alianti e per l'addestramento degli Euro Fighter, simulando velivoli slow mover».

Sono le 11,45 di ieri quando i quattro aerei in formazione, fuori dal centro abitato, cominciano la manovra di avvicinamento alla base. Cipriano e Meneghello si mettono in asse con la pista, ma qualcosa non va per il verso giusto. Uno dei due esce dal tracciato, urta l'aereo vicino, entrambi perdono il controllo. Meneghello non può far altro che cercare di cadere su una zona disabitata ma, a quel punto, è troppo vicino ai caseggiati. Vede una strada, via della Longarina, scende giù quasi in verticale finendo su un'auto in sosta. Uno schianto tremendo, dalle case accorrono a decine. Il maggiore Meneghello è ancora vivo quando cerca di uscire dalla cabina.

«Gridava aiuto, la gente ha provato a tirarlo fuori da lì - raccontano i testimoni - ma in pochi secondi l'aereo è esploso». Fabrizio Fiore, il proprietario dell'auto, sta scendendo da casa per salire in macchina: «Sono vivo per miracolo».

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