Quello scontro sulla famiglia che allontana la Lega dai grillini

Il Congresso mondiale della famiglie semplifica il quadro politico: il centrodestra con la famiglia tradizionale, grillini e piddini dall'altra parte del campo

Quello scontro sulla famiglia che allontana la Lega dai grillini

La famiglia come semplificatrice del quadro politico. Il Congresso mondiale delle famiglie sta producendo una spaccatura in seno al governo, ma sta anche chiarendo in quale campo possano essere collocate le forze politiche che operano sulla scacchiera partitica del Belpaese. Se a Verona, infatti, saranno presenti i ministri Salvini, Bussetti, Fontana ed esponenti della maggioranza parlamentare come il senatore leghista Simone Pillon, ferma contrarietà è arrivata da parte dei grillini di governo, più o meno tutti concordi nel giudicare la manifestazione dei pro life al pari di una rivisitazione, nel senso negativo dell'espressione, di tematiche medioevali.

Il vicepremier Luigi Di Maio, i sottosegretari Buffagni e Spadafora, ma pure i ministri Grillo e Bonafede sono stati chiari: le idee propagandate a Verona sono lontane, anzi antitetiche, da quelle promosse dal MoVimento 5 Stelle. L'ultimo, in ordine di tempo, a prendere posizione in maniera contrariata sull'evento è stato proprio il ministro della Giustizia. All'interno di una intervista rilasciata a Repubblica, Bonafede ha dichiarato, tra le altre cose, che la due giorni veronese fa indietreggiare "di qualche secolo" la "concezione della donna". C'è, insomma, una chiara differenza di vedute tra chi ritiene che le sigle pro life - quelle che sono riuscite a far sì che questa edizione della kermesse si svolgesse in Italia - difendano la cosiddetta "famiglia tradizionale" e coloro che - di rimando - considerano certe istanze come portatrici sane di oscurantismo. Il MoVimento 5 Stelle, in questa diatriba, si schiera dalla parte del progressismo laicista, mentre la Lega di Matteo Salvini rimane, rispetto ai tempi bioetici, nel campo tradizionalmente occupato dai conservatori. Ci sarà di sicuro Giorgia Meloni, che nel fine settimana ha incassato il placet del dottor Massimo Gandolfini e di altre organizzazioni pro life che sosterranno Fratelli d'Italia alle europee e dovrebbe esserci pure il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani. Esiste il concreto "rischio", insomma, che Verona finisca per ridisegnare - quasi meglio del caso Tav - i confini delle coalizioni.

C'è un centrodestra, per farla breve, e c'è un centrosinistra. Il neo- segretario Nicola Zingaretti e la senatrice Monica Cirinnà si sono distinti per le loro argomentazioni. I due - da progressisti - non ci stanno a veder sfilare tanto presunto reazionarismo attorno alla famiglia.

Ma sono le medesime questioni sollevate da parte grillina. Il che, forse, contribuirà alla fine delle ambiguità, almeno dal punto di vista della classificazione partitica: il MoVimento 5 Stelle, come il Partito Democratico, è collocabile a sinistra.

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