In Scozia il no alle nozze omosessuali costa la corsa alla candidata favorita

Crollano i consensi per Kate Forbes. Contestate le sue opinioni

In Scozia il no alle nozze omosessuali costa la corsa alla candidata favorita

Niente sesso prima o fuori dal matrimonio. E no alle nozze omosessuali. È per queste opinioni, legate alla sua fede, che sembra essere già affondata la prima candidatura di spicco fra i pretendenti alla successione di Nicola Sturgeon in Scozia, come nuovo leader degli indipendentisti dello Scottish National Party (Snp) e capo del governo locale di Edimburgo. Kate Forbes, astro nascente dei nazionalisti, cristiana devota, 32 anni e già titolare da un anno delle Finanze nel gabinetto Sturgeon, è finita nella bufera dopo essersi dichiarata contraria, a titolo personale e per ragioni religiose, alle nozze Lgbt. Allineata alla leader uscente sulla strategia per cercare di rilanciare la causa secessionista, ma meno radicale di lei sui diritti civili, Forbes - fedele osservante della Chiesa libera di Scozia - ha affermato in una delle prime interviste rilasciate dopo aver avviato la propria campagna che, se fosse stata deputata nel 2014, non avrebbe potuto votare per motivi di coscienza a favore della legge sul matrimonio paritario fra persone del medesimo sesso. Parole che hanno scatenato critiche diffuse sui media e nell'Snp e sono valse il ritiro immediato dell'appoggio alla sua candidatura di vari colleghi di governo, che inizialmente l'avevano sponsorizzata. Sul controverso progetto di legge sul cambio di genere, adottato dal Parlamento della Scozia ma bloccato da Londra, Forbes ha detto che non avrebbe votato contro. Al momento della sua adozione, quando i deputati scozzesi hanno dato il via libera al cambio di genere a partire da 16 anni (invece di 18) e senza obbligo di diagnosi medica e psichiatrica, Forbes era in congedo maternità.

«Capisco che le persone abbiano opinioni molto forti su queste domande - ha detto - ma il pubblico vuole politici che diano risposte franche a domande franche», ha spiegato l'aspirante leader. Dopo la valanga di critiche, Forbes ha assicurato che difenderà «i diritti di tutti, in una società pluralista e tollerante, a vivere e ad amare senza molestie e senza paura», esprimendo «dispiacere» per il «dolore» creato dalle sue osservazioni. Eppure, nonostante molti considerino la sua corsa finita già in partenza, la giovane parlamentare si dice convinta che la sua campagna «non è assolutamente finita».

Oltre a Forbes, gli altri due candidati dichiarati alla successione di

Sturgeon - in carica da novembre 2014 - sono il ministro della Salute Humza Yousaf e l'ex ministro Ash Regan. Le candidature sono aperte fino al 24 febbraio e i membri del Snp procederanno all'elezione il 13 e il 27 marzo.

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