La scrofa degli ebrei agita la Germania. Ma i giudici: "Non è antisemitismo"

Il bassorilievo è il simbolo dell'odio ma campeggia nel luogo che fu il cuore della riforma di Lutero. Una corte dice: «Può restare»

La scrofa degli ebrei agita la Germania. Ma i giudici: "Non è antisemitismo"

Berlino È giusto che un simbolo crudo violento dell'antisemitismo campeggi sulla facciata di un'importante chiesa tedesca? O è forse più opportuno staccarlo e destinarlo a un museo, illustrando ai visitatori la storia dell'antigiudaismo di matrice cristiana medievale? Secondo i giudici del tribunale distrettuale di Naumburg, che hanno respinto la sentenza di primo grado del tribunale di Dessau-Roßlau, vale la prima delle due tesi. La corte ha così deciso che la Judensau della cattedrale di Wittenberg può restare. Con Judensau, letteralmente «la scrofa degli ebrei», si indica un topos raffigurativo antiebraico dei paesi di lingua tedesca. Quella di Wittenberg, cattedrale celeberrima perché diventata con Martin Lutero teatro della riforma protestante, ha la propria: una scrofa in pietra arenaria che allatta alcuni maialini e alcuni ebrei riconoscibili per il segno distintivo che erano obbligati a indossare un cappellino a punta in questo caso. Il maiale è un animale impuro per la fede ebraica ma per assicurarsi che l'oltraggio antiebraico fosse completo, l'autore del bassorilievo datato 1305 ha aggiunto all'opera un rabbino che solleva la coda dell'animale per osservarne il posteriore.

Come ricordato anche dalla storica Anna Foa nel 2017, l'oscenità del gesto del rabbino è stata spiegata quasi 250 anni dopo dallo stesso Lutero. Respinto con le sue idee dagli ebrei che pretendeva di illuminare e convertire, l'iniziatore della Riforma diventerà nel corso della sua carriera un virulento odiatore della religione ebraica e dei suoi fedeli, al punto di infarcire la sua opera di scritti e appelli contro il popolo ebraico. L'autore de «Gli ebrei e le loro menzogne», del 1543, scriverà nello stesso anno il «Vom Shem Hamphoras» in cui paragona gli ebrei al diavolo. Nel testo Lutero spiega che, con il gesto osceno del bassorilievo, il rabbino intendesse studiare il Talmud e leggervi il nome del Signore, imperscrutabile per gli ebrei. Non sorprende come la scritta «Shem Hamphoras», che campeggia sopra la scrofa del 1300, sia stata aggiunta nel 1570 in omaggio all'ex monaco. Né che interi brani dell'opera di Lutero siano stati ripubblicati prima e durante il nazismo da testate come lo Stürmer.

Oggi però le cose sono cambiate, hanno osservato i giudici di Naumburg, aditi da un ebreo di Wittenberg offeso dalla scultura. Il presidente del tribunale, Volker Buchloh, ha spiegato che la Judensau non danneggia più gli ebrei poiché non può essere osservata ignorando il memoriale poco distante e le steli erette dalla chiesa locale, con la comunità ebraica di Wittemberg nel 1988, nel 50esimo anniversario della Notte dei Cristalli. Non la pensa così il commissario governativo contro l'antisemitismo, Felix Klein, che avrebbe preferito la rimozione. Alla vigilia della sentenza, il presidente del Consiglio centrale degli ebrei in Germania (ZdJ), Josef Schuster, ha comunque accolto con favore il dibattito.

Il parroco di Wittenberg ha dichiarato di essere in contatto con la comunità ebraica su come aggiornare il memoriale legato «a quest'opera repellente». L'ultima parola sulla scrofa e altre tre dozzine di raffigurazioni analoghe spetta ora alla Corte costituzionale federale.

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