L’elezione della senatrice Stefania Craxi al posto del tanto contestato Vito Petrocelli ha scatenato il caos dentro il M5S. Questa, infatti, è solo l’ennesima sconfitta di Giuseppe Conte come leader di partito.
Tralasciando le evidenti e cocenti sconfitte elettorali subite a Roma e Torino e i deludenti risultati di Milano e Napoli, l’ex premier ha dimostrato per l’ennesima volta di non riuscire a tenere le redini del M5S. Appena nominato leader, infatti, avrebbe voluto sostituire i capigruppo di Camera e Senato con due suoi fedelissimi, ma ha fallito. A Montecitorio è stato riconfermato l’uscente Davide Crippa, mentre a Palazzo Madama la senatrice Mariolina Castellone ha sconfitto l’uscente Ettore Licheri, che era stato fortemente sponsorizzato dalla vicepresidente del M5S, Paola Taverna. Oggi il senatore sardo ha subito l’onta di una nuova sconfitta. Ma Conte ha sbagliato anche durante le trattative sull’elezione per il presidente della Repubblica quando annunciò che al Colle sarebbe salita la diplomatica Elisabetta Belloni. Senza andare così lontano nel tempo basti pensare che la linea pacifista tracciata negli ultimi tempi non solo non sta dando i frutti sperati dal punto di vista dei sondaggi, ma sta aumentando gli attriti col Pd e questo, in alcuni casi, mina anche la possibilità di correre uniti alle prossime amministrative. Per quanto riguarda la richiesta di un voto sui prossimi invii di armi a Kiev, dal governo e dal resto della maggioranza è arrivato un secco niet. Mario Draghi parlerà alle Camere, ma si tratterà di un’informativa che, in quanto tale, non prevede alcun voto.
Su tutto questo i deputati Cinquestelle preferiscono tacere. “Non sappiamo nulla di quel che accade al Senato. Oltretutto, Conte non viene alla Camera dai tempi dell’elezione del presidente della Repubblica”. L’unico a esporsi è Luca Carabetta che, a ilGiornale.it, spiega: “Chiedere al governo un confronto in Aula e chiedere alle forze politiche di prendersi la responsabilità delle proprie posizioni è un atto dovuto dopo più di due mesi dall'inizio della guerra. Solo grazie a questo chiarimento l'azione del governo sarà ancora più forte”. Il deputato pentastellato, dunque, ritiene una buona cosa “che quasi tutti i partiti stiano convergendo sulle proposte di Conte”. Per quanto concerne il voto sulla presidenza della Commissione Esteri al Senato, secondo Carabetta, “il problema non è del M5S ma è della maggioranza” visto e considerato che oggi ne è nata una nuova “fatta da Italia Viva e centrodestra e che comprende anche Fratelli d'Italia”. Tutti gli altri problemi, invece, sono sorti perché “negli scorsi mesi abbiamo dovuto affrontare la stesura del nuovo statuto e i ricorsi”. “Questo – conclude Carabetta - ha pesato sulla nostra azione politica, ma oggi il M5S è ripartito ed è in prima linea”.
In casa Pd continuano a criticare Conte per la sua posizione sulle armi e, più o meno sottovoce, si chiedono come faccia ad avere ancora un tale apprezzamento perché “come leader di partito non ne azzecca una…”. Matteo Orfini, però, mostra indulgenza sul caso Licheri: “Sono inciampi parlamentari che possono capitare…”. Il suo collega di partito Andrea De Maria ribadisce la linea tracciata dal segretario Letta durante la direzione nazionale di ieri: “Verso le prossime elezioni politiche è importante tenere il filo della costruzione di un campo largo del centrosinistra, che veda il Movimento 5 Stelle fra i protagonisti. Se in quel movimento è in corso un dibattito interno è giusto guardarlo con rispetto”. E conclude: “Per quanto mi riguarda il sostegno comune oggi di Pd e M5S al governo Draghi deve proseguire in una alleanza alle elezioni politiche del 2023, qualunque sarà la legge elettorale”. Il senatore Alessandro Alfieri, membro della commissione Esteri del Senato, ritiene sia stato “un peccato e un errore” non confermare come presidente un esponente del M5S, ma avverte: “Vogliamo costruire un’alleanza su progetti concreti, ma ci sono linee rosse che non devono essere superato: non possono esserci fibrillazioni con il governo”.
Un altro membro della Commissione è il senatore comunista Emanuele Dessì che, intercettato telefonicamente mentre è in compagnia di Vito Petrocelli (che oggi ha definitivamente lasciato il gruppo del M5S), critica aspramente il leader del suo ex partito: “Se continua così, Conte le perde tutte”. E aggiunge: “Era stato avvisato che Licheri non era un uomo gradito.
Se avesse candidato la Nocerino, avrebbe vinto a mani basse. E, invece, ha voluto andare allo scontro e questo è il risultato. Ha fatto un errore talmente marchiano che è inutile solo parlarne. O è un arrogante oppure è un dilettante”.
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