Se i cinghiali di Roma non fanno più notizia

Davvero? Davvero. I cinghiali a Roma non sono più una notizia da stare li a commentare. Si sono adeguati, normalizzati, integrati e perfettamente in linea con il nuovo spirito della città eterna

Se i cinghiali di Roma non fanno più notizia

Davvero? Davvero. I cinghiali a Roma non sono più una notizia da stare li a commentare. Si sono adeguati, normalizzati, integrati e perfettamente in linea con il nuovo spirito della città eterna. I cinghiali sono gente seria, che sa quando andare a votare oppure no, che scende in piazza solo se c'è l'arcobaleno e per il resto sono famiglie tranquille, prolifiche: un padre, una madre, una carrettata di figli, tutti peraltro ben educati e gentili con i turisti. Sono la fotografia di una pubblicità progresso. Il sabato si spingono verso il centro, la domenica fuori porta, nei giorni feriali si va alla Coop e almeno una sera a settimana ci si concede un ristorante, qualche volta etnico. Non accade più di vederli grufolare tra i cassonetti, perché di rifiuti a Roma non ce ne sono più. Quell'odore che sentite è solo un ricordo del passato, una nostalgia, una sorta di madeleine, la nostalgia di un tempo perduto, qualcosa che ti porti sulla pelle, come la fame delle stagioni dure. Roma adesso è postmoderna. I cinghiali sono un simbolo, come la lupa, e presto troveranno casa al Campidoglio, dove le oche non ci sono più dai tempi di Brenno e di Marco Manlio. Non c'è più bisogno che qualcuno starnazzi per dare l'allarme, perché l'Urbe è sicura. Le pantegane sono griffate e quando le vedi passeggiare sul lungotevere sembrano sirene. I gabbiani, poi, si chiamano tutti Jonathan Livingston. È che a Roma il cielo è cambiato. È bastato nascondere cinque stelle per tornare a respirare. C'è quest'aria da realismo magico che ammorbidisce i tramonti e viene facile credere alle bugie. «Profumi indescrivibili nell'aria della sera, studenti di Damasco vestiti tutti uguali...» È tornata l'era del cinghiale bianco.

C'è un sindaco che tira fuori una chitarra e sulla spiaggia di Capocotta ti improvvisa una Garota de Ipanema e ti giura sui sette colli che da ragazzino giocava a pallone con Totti: «Andava nella scuola media accanto alla mia, lui alla Pascoli e io alla Carducci».

Come fai a non credere ai miracoli? Certo che i cinghiali ci sono, ma non sono più quelli di prima. È questa in fondo la banale verità. I cinghiali di Roma e dintorni si sono iscritti al Pd. E a uno a uno ora li senti mormorare: civis romanus sum.

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