Se la scuola è ingiusta, il Paese è spacciato

Se la scuola è ingiusta, il Paese è spacciato

Maturità: zero bocciati. A dirla così non ci sarebbe che da essere orgogliosi dei nostri ragazzi. E invece è la più evidente dimostrazione che la scuola non funziona, che ha bisogno di una radicale riforma. E proprio l'esame di maturità dei nostri giorni lo spiega con questa generale indifferenza verso il vero merito. Drammatica per tutti, per i destini dello sviluppo sociale, culturale, economico dell'Italia.

È ipocrita e banale ascoltare i ministri che si passano il testimone delle cosiddette politiche giovanili. Sussidi, modeste protezioni, irrilevanti vantaggi: chi è genitore di figli che hanno finito la scuola e si affacciano agli studi universitari o a quelli professionali desiderano, anzi pretendono, che i loro ragazzi abbiano una formazione adeguata ai tempi, affinché siano correttamente competitivi nel mondo che li attende.

L'esame di maturità era pensato per dare allo studente, dopo tutto il percorso scolastico, la certificazione che aveva le carte in regola per giocarsi la vita nella terra dei grandi. Ma oggi questo irriverente, fasullo esame, che col tempo si è degradato a una inutile ritualità, ci dice che i grandi hanno raso al suolo, gettato sale sulla terra dei figli. Ed è inutile ascoltare proclami sulla difesa dei giovani e sulle prebende da assegnare loro per sostenerli: i nostri figli vogliono, pretendono, una vera scuola con insegnanti che non siano l'ultima ruota del carro sociale, insegnanti preparati e ben pagati per il loro delicato lavoro di formazione, affinché la terra dei figli non sia arida e spettrale.

L'esame di maturità nella sua logica originaria avrebbe dovuto aprire il mondo della vita a chi finora aveva camminato con le gambe dei genitori. Oggi non apre un bel niente: se non si riforma la scuola e la si lascia andare alla deriva, va in malora tutto, a cominciare dalla famiglia che non riconosce più il suo ruolo educativo accanto agli insegnanti, per poi arrivare a una cultura senza fondamenti, in cui tutto è il contrario di tutto vanno sempre bene, e finire in quell'assenza di formazione che non rende i nostri figli in grado di confrontarsi alla pari con i loro colleghi europei.

Si pensi a come questa maturità abbia decretato una fasulla discriminazione tra gli studenti del Nord e quelli del Sud Italia: le medie dei voti d'esame nel Meridione sono scandalosamente molto più alte di quelle ricevute dagli studenti del Settentrione. Cosa significa, che i ragazzi del Sud sono migliori, hanno studiato di più di quelli del Nord? Perché i ragazzi del Nord devono pagare questa discriminazione, che il voto di maturità, comunque sia, sottolinea?

Tante forme di ingiustizia a tutti i livelli, da quelli patiti dagli studenti a quelli dei genitori che

toccano l'ingiustizia con mano, a quelli che penalizzano il nostro contesto sociale. O si mette mano a una vera e giusta riforma della scuola o la politica farà pagare ai nostri figli il prezzo del suo fallimento educativo.

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