Il senso civico ci salverà (forse)

​Che poi: chi ci vaccinerà dal virus della sfiducia, della malafede, del sotterfugio, della scorciatoia? Nel corpo a corpo tra vaccinisti e non vaccinisti, una soluzione ci sarebbe: tornare al buon senso

Il senso civico ci salverà (forse)

Che poi: chi ci vaccinerà dal virus della sfiducia, della malafede, del sotterfugio, della scorciatoia? Nel corpo a corpo tra vaccinisti e non vaccinisti, tra verdisti e non verdisti, tra rigoristi e carnevalisti senza maschera, una soluzione ci sarebbe: tornare al buon senso, a quella diligenza che il codice civile ama attribuire al «buon padre di famiglia».

Una figura mitologica da pandette, che diventa la personificazione ideale di chi tendenzialmente non imbroglia, rispetta le leggi, non fa il passo più lungo della gamba, è prudente e lungimirante. Il buon padre di famiglia (Bpdf) è colui a cui affidiamo le chiavi di casa quando partiamo per le vacanze e abbiamo bisogno di qualcuno che vada ad annaffiare le piante e dar da mangiare a Micio. È quello da cui compriamo l'auto di seconda mano sicuri che abbia fatto tutti i tagliandi e non abbia scaricato truffaldinamente il contachilometri. È quello che non insulta sul web, perché il web serve a postare la foto dei figli alla prima comunione pixellando i volti e a fare gli auguri alle donne l'8 marzo e a salutare tutte le mamme a maggio. È quello che ci dice buongiorno la mattina e buonasera dopo il tramonto quando lo incontriamo per le scale e che ci tiene aperto il portone se abbiamo dei sacchetti della spesa in mano. È quello che fa una raccolta differenziata da manuale, che paga tutte le tasse, il biglietto sull'autobus, i contributi alla colf (se ne ha una), va in vacanza a Cattolica e lascia la mancia al portinaio per Natale.

Esiste ancora qualche Bpdf? Da qualche parte secondo noi sì. Anzi, ce n'è più di qualcuno, solo che la sua operosità, la sua onestà, la sua misura lo rende invisibile. Ma è a lui che ci ispiriamo in questa epoca procellosa, anche se non è privo del carisma da influencer.

Il Bpdf si vaccina. Prenota senza saltare la fila, si reca nell'hub vaccinale che gli viene indicato all'orario che gli viene indicato, non fa storie sull'azienda produttrice, ché non siamo al ristorante. Fa la seconda dose e se quel giorno aveva un altro impegno lo sposta, perché la cosa più importante è il raggiungimento dell'obiettivo collettivo che fa ripartire la vita e l'economia. Il Bpdf scarica il green pass e anche se non gli fa piacere perdere tempo ogni volta che va al ristorante, al cinema, in palestra, ogni volta che sale su un Frecciarossa o su un aereo, lo mostra senza fiatare, con un sorriso e una parola di ringraziamento per chi controlla. Il Bpdf non compra con criptovalute (che peraltro nemmeno sa che cosa sia) green pass tarocchi dai bagarini del deep web, per fare quello che gli pare senza il disturbo di farsi vaccinare o anche soltanto di fare un tampone. Il Bpdf, se mai ha dei dubbi sull'efficacia o sulle insidie dei vaccini, si informa presso il suo medico o ascolta in televisione il parere di qualche luminare, non ascolta «a suo cuggino», non dà retta ai dibattiti su Facebook, perché sa che non è la vita a distribuire le lauree ma l'università.

Il Bpdf, se proprio sceglie di non vaccinarsi, non scende in piazza contro il green pass ma accetta di fare solo quello che gli è consentito, senza polemizzare, perché le regole sono una cosa e i principi sono altri, e se sei cattolico non vai in moschea, se sei vegano non entri in macelleria. Facile no?

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