"Sentivamo gridare: fuoco! fuoco!... e siamo subito rimasti in trappola"

Bari - «Sentivamo urlare “fire fire “, fuoco fuoco, e in cinque minuti c'erano fiamme dappertutto: era buio e c'era molto fumo, molta gente è svenuta, siamo rimasti isolati»: gli occhi sono ancora spalancati per il terrore vissuto in mezzo all'Adriatico ma lui, un cittadino turco, uno dei 49 naufraghi strappati alle fiamme e trasportati a Bari, trova la forza di raccontare il dramma. Proprio le sue parole hanno subito fatto sorgere il sospetto che ci fossero altre vittime dopo quella accertata il giorno prima. «Sulla lancia – spiega – c'erano 4 morti, due uomini e due donne, anche se non si vedeva bene. Molta gente purtroppo è caduta in mare, non so che fine abbia fatto». L'uomo era diretto a Roma per trascorrere il Capodanno con amici. Ed era in vacanza anche Athanasios Tsonos, greco, sul traghetto insieme alla moglie canadese e ai due figli: «Ci siamo subito buttati sulla scialuppa, ma mio figlio è rimasto indietro e così sono tornato per riprenderlo». Sempre a Bari è approdato un autotrasportatore, Leonidas Costantiniris, anche lui greco: il volto e i piedi portano i segni delle ustioni: «Quando ho visto il fuoco ero vicino al ristorante: sono sceso al piano inferiore e sono rimasto intrappolato nelle fiamme». Le sue scarpe, al contatto con il pavimento rovente, si sono liquefatte: appena è giunto a Bari l'uomo è stato trasportato in ospedale: le sue condizioni non sono gravi.

Una bambina di cinque anni è stata accompagnata nel reparto Pediatria del «Perrino» di Brindisi, dove ha trascorso la notte lontana dai genitori

e dalla sorella maggiore, soccorse da un altro mercantile. La bambina era sotto choc, i medici hanno fatto il possibile per tranquillizzarla: la piccola si è rasserenata solo quando ha ricevuto la telefonata della nonna.

 

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