Grazie alla mediazione dell'Unione Europea, la Serbia ha acconsentito ad abolire i visti per chi ha documenti d'identità kosovari e il Kosovo si è impegnato a non richiederli in futuro ai cittadini serbi. Lo ha annunciato su Twitter l'Alto Rappresentante Ue per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza, Josep Borrell. «Abbiamo un accordo», scrive Borrell, «i serbi del Kosovo, così come tutti gli altri cittadini, saranno in grado di viaggiare liberamente tra Kosovo e Serbia utilizzando le loro carte di identità». «L'Ue ha appena avuto garanzie dal primo ministro (kosovaro, nda) Kurti in proposito», aggiunge il diplomatico, «questa è una soluzione europea. Ci congratuliamo con entrambi i leader per questa decisione e la loro leadership».
Per Belgrado è fondamentale che i serbi del Kosovo possano entrare e uscire dal Kosovo liberamente presentando documenti rilasciati dalla Serbia, aveva spiegato il presidente Aleksandar Vucic a pochi giorni dall'entrata in vigore, il primo settembre, del divieto per i serbi locali di documenti e targhe auto emessi da istituzioni a Belgrado. Il provvedimento aveva fatto temere nuove proteste e disordini come avvenuto a fine luglio, quando il divieto era stato rinviato di un mese. Vucic aveva spiegato che se fossero arrivate garanzie dalla Ue su tale richiesta imprescindibile di Belgrado, relativa alla libera circolazione con documenti serbi, si sarebbe potuti arrivare a un accordo con Pristina. Belgrado, che non riconosce l'indipendenza del Kosovo, non può consentire che i serbi del Kosovo vengano trattati come stranieri. Un mese fa i serbi avevano attuato blocchi stradali e barricate.
Il presidente Vucic ha conferito ieri il mandato per la formazione del nuovo governo alla premier uscente Ana Brnabic, lesbica dichiarata e primo esponente politico donna e omosessuale chiamata a guidare un governo in Serbia nel 2017. Nei giorni scorsi, «a causa delle tensioni legate al Kosovo e alla crisi energetica e alimentare» Vucic aveva deciso di annullare l'Europride in programma per il 17 settembre a Belgrado.
Il forte ritardo nella composizione del nuovo governo serbo è legato al gran numero di ricorsi dopo le elezioni del 3 aprile, che hanno comportato la ripetizione del voto in numerosi seggi e il conseguente continuo rinvio nella proclamazione dei risultati elettorali finali ufficiali, oltre che al dossier Kosovo.
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