Sgambetto tedesco forse con lo zampino del Pd, ma dietro la risposta da primi della classe di Berlino, sullo sbarco dei migranti a casa nostra, c'è dell'altro. La tempistica è perfetta: i tedeschi intimano all'Italia di fare la brava, ovvero di accogliere come sempre tutti, poche ore prima del debutto europeo della premier Giorgia Meloni. Formalmente il governo tedesco parla dei 104 minori non accompagnati a bordo della nave dei talebani dell'accoglienza, Humanity 1, che dobbiamo comunque accogliere per convenzione Onu. Ovviamente se sono veri minorenni perché in passato il grimaldello dell'età ha aperto i porti, ma poi si è scoperto che tanti avevano ben più di 18 anni. Non solo: a bordo della nave che batte bandiera tedesca ci sono anche adulti che non scappano da Paesi in guerra. E almeno per questi la Germania dovrebbe farsene carico o almeno non assumere i toni da maestrina. Assieme alle altre due navi delle Ong del mare che ci «assediano», secondo copione, l'Italia dovrebbe per l'ennesima volta accettare lo sbarco di 985 persone. E da Bruxelles l'Unione europea ha il coraggio di spiegare che è in funzione il meccanismo «temporaneo di solidarietà», accettato da soli 18 stati membri, per ridistribuire i migranti. Un sistema talmente farlocco che fra agosto e ottobre di quest'anno abbiamo ricollocato la bellezza di 38 migranti in Francia e 74 in Germania. Fino a ieri sono sbarcati da gennaio in 86.972 sulle nostre coste compresi i 10mila traghettati dalle Ong.
Il Pd non ammetterà mai nulla, ma la visita poco prima delle elezioni di Enrico Letta in Germania alla corte socialdemocratica, che governa il Paese, fa pensare male sulla risposta perfetta di Berlino. L'intervento non è solo un aiutino politico interno alla sinistra, ma un segnale forte e chiaro a Meloni a livello europeo. La presidente del Consiglio vuole che la Commissione acceleri sul corridoio dinamico al prezzo del gas, di nuovo in risalita. E non è un mistero la richiesta di sbloccare fondi comunitari per fronteggiare la crisi energetica. Oltre ai timori della fuga in avanti della Germania che fa orecchie da mercante e tutto da sola mettendo sul piatto un bazooka di 200 miliardi di euro. Cifre impensabili per l'Italia. E nell'incontro di ieri con la responsabile degli Esteri tedesca, il ministro Antonio Tajani, ha ribadito la linea sulle Ong. Il governo del socialdemocratico Olaf Scholz teme un asse Roma-Parigi, che si starebbe delineando all'orizzonte dopo l'incontro fra Meloni, appena insediata, e il presidente francese Emmanuel Macron a Roma.
Non c'è mai stato grande amore, ma in questo momento Francia e Italia possono giocare un ruolo a livello europeo facendo traballare la Germania come sempre sul piedistallo. I migranti e l'impunità delle Ong sono un'ottima «arma» ibrida a favore dell'opposizione di sinistra e contro il governo italiano, che ha velleità di alzare troppo la testa.
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