Salvini non nasconde l'amarezza. "Ma si tira dritto per cinque anni"

Il segretario il giorno dopo il voto: "Stare al governo con Di Maio e Lamorgese ci è costato". I messaggi con la Meloni alle 4 del mattino: "Lavoreremo a lungo e bene"

Salvini non nasconde l'amarezza. "Ma si tira dritto per cinque anni"

"È stata premiata l’opposizione, stare al governo non è stato semplice, lo rifarei perché con l’Italia chiusa per Covid era giusto esserci, ma stare al governo con Di Maio, Lamorgese e Speranza ci è costato". Matteo Salvini non nasconde l’amarezza per il risultato sotto al 10 per cento, deludente quasi ovunque, anche nelle storiche roccaforti leghiste. Ma non ci sta a fare un passo indietro. Anzi, rivendica le proprie scelte politiche.

"Dimissioni? Mai avuto così voglia di lavorare"

Il clima è da resa dei conti. A chi gli chiede le dimissioni risponde che la mente è proiettata sui prossimi cinque anni al governo. Anzi, punta il dito contro le scelte sbagliate di quella classe dirigente che chiese di uscire dal governo giallo-verde e che poi spinse per entrare nel governo Draghi. "Alla fine ho fatto di testa mia", ha detto il leader leghista intestandosi la decisione di aver staccato la spina ad un "esecutivo inadempiente" che si sarebbe trascinato pericolosamente per altri nove mesi. "Abbiamo portato sulle spalle un peso non indifferente", si sfoga Salvini. "Mi faccio carico di tutte le responsabilità, ma - annota - se prima del governo Draghi la Lega aveva più voti di FdI e ora ne abbiamo meno la conclusione è ovvia".

"Gli italiani - è il ragionamento - hanno premiato chi per 5 anni ha fatto opposizione". Non solo Giorgia Meloni ma anche il Movimento 5 Stelle, che negli ultimi mesi ha "sparato a palle di cannone contro governo e il presidente del Consiglio" e che "ha tolto la fiducia sul termovalorizzatore". "Abbiamo parlato per settimane dell’agenda Draghi - conclude - ma il giudizio dei cittadini è stato chiaro".

Poi toglie ogni dubbio sul suo futuro: "Non ho mai avuto così voglia di lavorare". E a chi non è disposto ad andare avanti dice: "Tutti sono utili nessuno è indispensabile". "Il mio mandato è in mano ai militanti, rispondo a loro, non a due consiglieri o un ex parlamentare. Un militante ha la stessa importanza rispetto a chi è stipendiato dalla Lega. Dobbiamo valutare con Roberto Calderoli, che è il massimo esperto, quanto tempo ci metteremo a fare tutti i congressi cittadini, poi provinciali e regionali. E poi faremo un bel congresso federale con idee, a quel punto la Lega sarà al governo già da tempo", è la posizione del segretario.

"Si tira dritto per cinque anni"

Salvini commenta i risultati elettorali e il crollo della percentuale del partito: "Non mi soddisfano, ma siamo in un governo di centrodestra di cui saremo protagonisti". "Fino alla settimana scorsa - ricorda - avevamo il doppio dei voti ma stavamo in un governo che ci vedeva come comparse, giustamente gli italiani hanno scelto la coerenza, e se la Lega fa la Lega non ce n’è per nessuno e si vede dai risultati dei territori in cui governiamo".

Rivela di aver scritto alla Meloni alle 4 del mattino. "Le ho fatto i complimenti, lavoreremo a lungo e bene", assicura. Ringrazia tutti gli alleati: "Ogni voto è servito a dare la maggioranza assoluta sia alla Camera che al Senato". "Con Giorgia – annuncia - ci sentiamo già oggi per ragionare presto e bene del prossimo governo". Ma "non rivendichiamo caselle", mette in chiaro con chi gli chiede se aspira a diventare di nuovo ministro dell'Interno. Anche se, sottolinea, sulla "sicurezza la Lega si è sempre distinta". Stavolta, promette Salvini, "saremo protagonisti dei ragionamenti". E non mancano le stoccate all'ex premier: "Ci comunicavano tutto la sera prima, ho un concetto un po' diverso di democrazia".

"Oggi per l’Italia è una bella giornata perché dopo tanti anni c’è un governo scelto dai cittadini con una maggioranza chiara di centrodestra", rimarca, ragionando sui numeri degli eletti della Lega, che potrebbe essere un centinaio, quanto quelli del Pd, con cui la Lega si contende il secondo posto in Parlamento per numero di rappresentanti. La prima riunione del nuovo gruppo, annuncia, potrebbe tenersi già in settimana. "Per cinque anni – annuncia - si tira dritto senza cambiamenti mettendo al centro le cose da fare". "Non vedo mercati in rivolta, sommovimenti geopolitici, fondi sovrani che scappano col malloppo, gente che si strappa i capelli". Anzi, cinque anni di stabilità, dice Salvini, saranno apprezzati dai mercati: "È finita la fase dei bonus e delle pacche sulle spalle, assicureremo la libertà economica, di impresa, educativa".

"Energia primo banco di prova per il governo"

Tra le priorità del nuovo esecutivo ci sarà il caro-bollette: "Bisogna agire già ora non possiamo aspettare un mese". Sarà il primo banco di prova del governo. "Do il mio assenso perché l'esecutivo uscente faccia un decreto urgente su questo, tutto il resto può venire dopo. Rischiamo un autunno catastrofico, - avverte - abbiamo ben chiaro come affrontarlo ma non si può perdere un mese di tempo". Poi mette in guardia Draghi: "Contiamo che non ci siano atti amministrativi in distonia con la volontà popolare, le prossime iniziative devono essere concordate con la maggioranza che esce dalle urne. Ci auguriamo che l’ordinaria amministrazione sia solo ordinaria amministrazione che non ci siano nomine in ordine sparso".

La sfida delle regionali e il saluto a Von Der Leyen

Infine, una riflessione sull'astensionismo - "è qui che abbiamo ampio margine di recupero" - e sulle prossime sfide elettorali. "Per la prima volta la Lega entrerà con numerosi esponenti al parlamento regionale siciliano", annuncia. E sulle regionali nel Lazio, Molise, Lombardia e Friuli Venezia Giulia incalza: "Bisogna individuare un candidato governatore per evitare rincorse come è successo a Roma e Milano". "In Lombardia siamo sopra il 50 per cento, quindi, in ottica regionale squadra che vince non si cambia", è il messaggio agli alleati.

Nella lunga conferenza stampa trasmessa in diretta da via Bellerio c'è anche il tempo per un saluto ironico alla presidente della Commissione Ue, Ursula Von Der

Leyen, che nei giorni scorsi aveva evocato l'utilizzo di "strumenti" da parte di Bruxelles in caso di vittoria del centrodestra. "Non so se si sia alzata bene dal letto, - scherza Salvini - spero di sì: le mando un bacione".

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