Quel silenzio assordante che ruota attorno al caso di Ciro Grillo

Parlamentari giallorossi e femministe irriducibili tacquero quando scoppiò il 'caso Ciro Grillo'

Quel silenzio assordante che ruota attorno al caso di Ciro Grillo

Quando si parla della vicenda di Ciro Grillo la mente torna inevitabilmente al video postato dal padre Beppe sui social lo scorso aprile.

La vicenda della violenza sessuale per la quale il figlio del fondatore del M5S è stato rinviato a giudizio, fino alla pubblicazione di quel video, è stata opportunamente e deliberatamente tenuta a tacere. Non si sono sentite le orde di femministe che hanno prontamente condannato altri stupratori come l'imprenditore Alberto Genovese oppure il regista Fausto Brizzi (poi risultato innocente). Fino a che Beppe Grillo non se n'è uscito con quel video delirante non ci sono state 'paginate' di disapprovazione del Fatto Quotidiano il quale, però, non ha esitato nel fiondarsi sull'avversario politico quando la Lega è stata investita dal 'caso Morisi'.

No, nulla di tutto questo è avvenuto fino all'aprile scorso, probabilmente perché non si voleva turbare la nascente alleanza giallorossa. Un silenzio assordante, rotto solo da Beppe Grillo che, con quel video, mise non poco in imbarazzo i parlamentari pentastellati. La maggior parte di loro si guardò bene dal commentare quelle parole, mentre alcuni ebbero l'ardire addirittura di difenderlo. Alessandro Di Battista, che all'epoca era già fuori dal Movimento, disse: “Tanti lo hanno criticato legittimamente, io essendo amico e volendo bene a Beppe non mi devo per forza accodare ai critici. Mi ha indignato soprattutto la strumentalizzazione politica che è stata fatta per attaccare il movimento, io continuo a difenderlo anche essendone uscito fuori”. E, se per la maggior parte gli esponenti grillini di sesso maschile tacquero sia prima sia dopo quel video, Paola Taverna difese il leader del M5S. La vicepresidente del Senato dichiarò: "Ciò che prova Beppe a livello umano posso solo immaginarlo, e da mamma gli sono vicina. La magistratura è al lavoro, perciò auspico che giornali e talk show lascino che questa vicenda si risolva, come giusto che sia, in tribunale. Serve rispetto: no a speculazioni da sciacalli". La senatrice grillina Giulia Lupo, infine, aveva posto l'accento sul lato umano dell'intera vicenda descrivendo Grillo padre come “una persona disperata e quando si è disperati si ha poca lucidità. Per i valori che ci ha sempre insegnato, però, non credo volesse sminuire la questione delle violenze di genere”. Insomma, i pentastellati, da sempre giustizialiati con tutti gli avversari, di fronte a una vicenda come questa si sono scoperti improvvisamente garantisti.

E, anche il 'forcaiolo' Fatto Quotidiano che non si è fatto scrupoli nel pubblicare il numero di conto corrente di Matteo Renzi ha evitato accuratamente di guardare troppo dal buco della serratura della villa estiva dei Grillo, rispettando il classico doppiopesismo che regna sovrano da decenni nella sinistra italiana.

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