"Il sindaco? Un agguato organizzato. La Lega aiuta, il Pd giudica dal salotto"

Il leghista a Bruxelles: "È stato il polacco a insistere per incontrarci"

"Il sindaco? Un agguato organizzato. La Lega aiuta, il Pd giudica dal salotto"

«È stato un agguato» dice Marco Campomenosi, capogruppo della Lega al Parlamento Europeo, anche lui in missione con Salvini in Polonia. Ovviamente si parla della scena con il sindaco polacco che ha rinfacciato a Salvini la maglietta con l'immagine di Putin.

Onorevole, agguato nel senso che era tutto organizzato?

«È stato lui a chiedere, con insistenza, se poteva incontrarci».

Quindi non era in programma un incontro?

«A Przemys avremmo dovuto visitare la stazione ed è normale che il sindaco venga informato. Lui però ha voluto salutarci e poi ci ha portati davanti ad un gruppo di giornalisti. È chiaro che siamo caduti in una imboscata organizzata».

Da chi?

«C'erano dei fotoreporter italiani, che adesso danno interviste e dicono che è stata una cosa spontanea, come se passassero lì per caso...».

Insomma pensa che sia stata organizzata dall'Italia.

«Beh, direi proprio di sì. Amici polacchi mi dicono che l'episodio ha avuto pochissimo spazio sui loro media, a differenza che in Italia. Tra l'altro è girato solo un pezzo del video, non la parte in cui Salvini risponde alle domande su Putin».

Condannando esplicitamente il presidente russo?

«Certo, Matteo dice chiaramente che la Lega condanna l'aggressione russa e condanna Putin. Ma in rete gira solo uno spezzone senza questa parte».

Però il supporto di Salvini a Putin negli anni scorsi non è una invenzione.

«Ma qui si vuol far passare l'idea che sia stato l'unico leader ad avere avuto relazioni con la Russia. È un processo che la sinistra ha imbastito fin dal primo giorno per fare campagna elettorale anche sulla guerra. Una polemica disgustosa vista la situazione drammatica. E non credo poi che gioire perché questo sindaco avrebbe fatto fare una brutta figura a Salvini faccia bene all'immagine dell'Italia nel mondo. Noi siamo andati lì per dare un aiuto concreto, altri giudicano dal salotto di casa loro».

Ma è vero che le ambasciate e i servizi italiani vi avevano sconsigliato il viaggio?

«Solo in Ucraina, perché avrebbe messo in pericolo le persone che ci avrebbero accompagnato, ma non è mai stata presa in considerazione l'Ucraina come tappa. Mentre in Polonia non c'è nessuna situazione di pericolo».

È stata un'idea di Salvini la missione?

«Idea sua, certo»

Una buona idea, viste le polemiche?

«Guardi, le farei leggere il messaggio che ci ha mandato una signora ucraina che vive in Italia per ringraziarci di aver portato da lei i suoi parenti.

Stiamo organizzando una carovana di navette e bus, forse già sabato, li guideranno i volontari della Lega, i nostri giovani. E sa quale problema abbiamo? Troppe persone che si offrono di guidarli e non abbastanza furgoni».

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