La risoluzione di Bruxelles sull'Ungheria continua ad animare il dibattito anche in Italia, dove i partiti si sono confrontati sulla stoccata dell'Ue nei confronti della nazione governata da Viktor Orban. Del resto la Lega e Fratelli d'Italia non hanno condiviso il testo attraverso cui l'Ungheria è stata definita un'«autocrazia elettorale». Tra i primi a prendere posizione, Giorgia Meloni, che ha detto la sua su Rai Radio 1: «Noi parliamo di una realtà nella quale tutti i partiti ungheresi, anche quelli che stanno all'opposizione di Victor Orban, si sono indignati per questo documento Ue - ha premesso». E ancora: «Secondo voi è una dittatura davvero? Ricordo a tutti che Orban ha vinto le elezioni. Poi si può dire tutto e il contrario di tutto, ma Orban è un signore che secondo le regole della sua Costituzione ha vinto le elezioni più volte, con tutto il resto dell'arco costituzionale schierato contro di lui. Quindi è comunque un sistema democratico», ha concluso il leader di Fratelli d'Italia.
Anche il vertice della Lega Matteo Salvini ha affrontato l'argomento Ungheria attraverso un'intervista rilasciata a Vista: «Da ministro ho girato tanti Paesi al mondo incontrando i presidenti liberalmente eletti. Poi non entro nel merito delle vicende ungheresi, israeliane e americane, perché rispetto gli altri. Da alcuni punti di vista le vicende israeliane, americane e ungheresi - penso al tema della famiglia - sono più avanti rispetto a quelle italiane». Per l'ex ministro dell'Interno, esiste più di un indizio sul fallimento conclamato della strategia degli avversari del centrodestra: «Dopodiché - ha continuato - se le sinistra si attacca a Putin, a Orban, ai fascisti, ai razzisti e ai sovranisti e non parla di tasse, legge Fornero, flat tax, riforma del lavoro e della pensioni vuol dire che hanno già capito che hanno perso». Il governatore della Regione Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga ha motivato la contrarietà alla risoluzione Ue: «Il Parlamento europeo può contestare alcune scelte fatte da quel governo, ma dire che non è democratico penso sia qualcosa di lontano dalla realtà. Quindi condivido il voto contrario di Lega e FdI contro questa decisione, anche perché ci sono altri Paesi che fanno scelte non condivisibili, ma questo non vuol dire che non sono democratici».
Enrico Letta ha, dal canto suo, insistito con i consueti toni, nella speranza ormai vana di delegittimare l'avversario: «La scelta di ieri - ha dichiarato mentre era a Padova, riferendosi alla mancata condivisione della risoluzione da parte di Lega e Fdi - è la dimostrazione che quella che è stata messa nei giorni scorsi è una maschera a uso esclusivo dell'elettorato moderato per cercare di nascondere l'idea di destra estrema che rappresentano Meloni e Salvini con i loro amici Orban e altri, che non a caso hanno deciso di non sanzionare le scelte antidemocratiche di Orban». Strumentalizzazioni, tant'è che anche uno dei partiti che compongono la coalizione di centrodestra, ossia Forza Italia, ha votato la risoluzione. E questo non ha fatto sì che gli alleati di coalizione venissero tacciati di «destra estrema» o peggio.
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