La (solita) soluzione dei sindacati per fare cassa: prelievo dell'1% sui patrimoni più alti

Cgil-Cisl e Uil incontrano il premier sul Def e Landini avanza la folle idea per contrastare il caro energia: "Il premier ha annuito alla proposta". Ma il sottosegretario Guerra smentisce: "Nessuna misura è allo studio"

La (solita) soluzione dei sindacati per fare cassa: prelievo  dell'1% sui patrimoni più alti

Una bella patrimoniale e passa la paura. È con questa richiesta che la Cgil si è presentata a Mario Draghi insieme a Cisl e Uil per discutere del Def rispetto al quale le organizzazioni ritengono insufficienti i 9,5 miliardi di maggior deficit programmatico (dei quali 5 miliardi saranno utilizzati per il nuovo decreto contro il caro-energia). La storia raccontata dal leader di Corso d'Italia, Maurizio Landini, è stata quella di un premier che ha annuito dinanzi alla proposta. In seguito, però, Palazzo Chigi, con un occhio rivolto alla delega fiscale, ha ribadito che «il governo non ha alcuna intenzione di aumentare le tasse». L'esecutivo «non sta ipotizzando alcun tipo di nuovo prelievo», ha puntualizzato il sottosegretario all'Economia, Maria Cecilia Guerra.

Rimettere il dentifricio nel tubetto quando si avanzano simili progetti è pressoché impossibile. La Cgil, infatti, ha chiesto al presidente del Consiglio «un prelievo di solidarietà» dell'1% per i patrimoni sopra 1,2 milioni di euro per tutelare i redditi più bassi». Secondo il sindacato guidato da Maurizio Landini, questa misura potrebbe dare un gettito di 6 miliardi. Una ipotesi che, però, cozza con la realtà dei fatti. Secondo i dati del Dipartimento delle Finanze analizzate dall'Osservatorio sui conti pubblici della Cattolica nel 2020 (ultimo anno disponibile) il gettito delle patrimoniali è stato di circa 40 miliardi (5,5% delle entrate complessive, 2,4% del Pil) e oltre la metà è stato rappresentato dall'Imu (21,1 miliardi) cui andrebbero sommati i 200 milioni dell'Ivie, l'imposta sul valore degli immobili detenuti all'estero. Il dato è comunque in flessione a causa della pandemia: nel 2017, ad esempio, il gettito è stato di 45,7 miliardi (5,7% delle entrate totali).

Ecco perché il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, ha subito messo in guardia i partiti dal mettere in pratica questo proposito. «La patrimoniale, perché di questo si tratta, c'è già e si chiama Imu, e colpisce ricchi e poveri». La patrimoniale «non è e non sarà mai una via percorribile: non si può immaginare che tassare gli italiani sia la ricetta per uscire dal difficile momento di crisi che stiamo attraversando», ha chiosato Renato Schifani (Fi), sottolineando che il centrodestra, già impegnato, nella battaglia sulla delega fiscale contro la riforma del catasto e della tassazione del risparmio non intende cedere neanche dinanzi alla provocazione della Cgil.

In realtà, il confronto tra governo e sindacati aveva anche altri argomenti all'ordine del giorno, ossia tutti quelli che sono rimasti esclusi dal Def. Nell'ordine: perdita del potere di acquisto di salari e pensioni, costi dell'energia, precariato e, soprattutto, riforma della pensioni, capitolo che in tempi di vacche magre per il bilancio pubblico è destinato a restare in secondo piano per la sua onerosità. «Ci misureremo sul metodo. Noi, ad esempio, chiediamo di ridurre il cuneo fiscale a vantaggio dei lavoratori», ha detto Pierpaolo Bombardieri, segretario generale della Uil che, insieme alla Cisl, ha chiesto invece uno scostamento di bilancio

«Abbiamo approvato l'idea di costruire un Patto sociale (ci sarà un nuovo incontro prima del 25 aprile, ndr), dobbiamo vedere i contenuti, il merito, ma si deve partire come si fece nel '92-93 dalla condivisione degli obiettivi», ha precisato il segretario confederale Cisl, Giulio Romani, a Palazzo Chigi in rappresentanza di Luigi

Sbarra. Il sindacato di Via Po ha evidenziato che maggiori entrate potrebbero essere ricavate alzando l'aliquota sui profitti straordinari delle società energetiche. Insomma, l'unità tra i sindacati è più virtuale che reale.

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