Sollievo e dubbi. Chi ha sbagliato?

Sollievo e dubbi. Chi ha sbagliato?

Se, in questi giorni, percorri le campagne della Bassa emiliana, quelle che Riccardo Bacchelli rese famose con il suo «Mulino del Po», non trovi quella gioia che ti saresti aspettato all'indomani della cattura in Spagna di Igor il russo, in realtà il serbo Norbert Feher. Intendiamoci, tra gli abitanti di queste terre rurali del Bolognese e del Ferrarese, c' è stato un gran sospiro di sollievo perché finalmente l'incubo di questa presenza minacciosa è finito, ma il prezzo che tutti abbiamo pagato, con tre vittime spagnole che si aggiungono a quelle italiane, è stato davvero troppo alto: in fondo, in fondo resta, quindi, un po' di amarezza.

In effetti, se qualche mese fa, nel caldo torrido dell'estate, percorrevi quelle strade in uno scenario completamente diverso da quello attuale, nebbioso e freddo, l'ombra di Igor era particolarmente ingombrante e minacciosa. Allora era così grande l'inquietudine per il killer ancora libero che il Giornale propose allo Stato di mettere una taglia per favorire la cattura della primula rossa: non eravamo nel Far West, ma il clima era quello. E la nostra idea venne subito accolta non dallo Stato, ma da alcuni abitanti della zona che, pur di liberarsi dall'incubo, misero di tasca propria i soldi per il «Wanted Igor». La taglia non è, però, servita perché, nel frattempo, Norbert Feher era fuggito in Spagna. E qui sta il punto di tutta la questione: come è riuscito il pluriomicida, braccato da tutti, a varcare i nostri confini? Che cosa hanno realmente fatto i tantissimi carabinieri e poliziotti impiegati, che si sono pure trovati in disaccordo, e i reparti speciali (Cacciatori di Calabria, Tuscania e Gis)?

Mi sembra inutile il fatto che oggi il ministro dell'Interno, Marco Minniti, dichiari che le autorità italiane erano da settimane sulle tracce di Igor in Spagna: la frittata era già stata fatta.

La principale domanda che gli abitanti di Budrio e dintorni (e non solo) oggi si pongono è chiara: come mai ci siamo fatti sfuggire di mano Igor? Che si aggiunge ad un'altra: perché il serbo, che in passato era già finito in carcere, era stato poi rilasciato? Questioni che meritano una risposta anche perché adesso se la fanno pure gli spagnoli dopo il nuovo bagno di sangue nella penisola iberica. Sì, l'incubo è passato, ma a quale prezzo? Tra l'altro, questa vicenda si sta rivelando come un brusco risveglio alla realtà.

Mi spiego meglio: spesso e volentieri, negli ultimi tempi, in molti hanno sostenuto la tesi che, potendo contare, tra forze dell'ordine e servizi segreti, su uno degli migliori apparati di sicurezza del mondo, l'Italia abbia evitato che l'Isis, risparmiasse la Penisola. Ho, invece, sempre pensato che le ragioni dei terroristi fossero altre: oggi, lo sono convinto ancora di più.

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