Sospensione a divinis. Cioè sospensione dagli atti divini del culto. Questa la pena che la Diocesi di La Spezia ha inflitto a Don Giulio, il parroco di Bonassola a favore dei matrimoni gay, aborto ed eutanasia. La decisione, contenuta nel decreto penale (e aggravata dal fatto che don Giulio aveva già ignorato il precetto penale comminato nel 2021 per aver esternato posizioni contrarie alla dottrina), è arrivata firmata dal vescovo diocesano Palletti. Il don se lo aspettava. Non così i suoi parrocchiani che amano a tal punto il loro parroco da mettere in piedi in quattro e quattr'otto il Comitato in difesa di don Giulio. Si chiama #iostoconDonGiulio. Comitato immediatamente operativo che ha sommerso i social con la locandina con la quale si annuncia la prima manifestazione-presidio. Dove? Davanti alla chiesa di Bonassola, ovviamente, domenica mattina a mezzogiorno. Il palmares delle ribellioni di don Giulio è noto, perché sempre quando prende posizione, la sua voce ha una eco così vasta da riuscire a riportare in chiesa persino i vecchi «mangiapreti» che ancora si trovano in alcuni paesini.
Don Giulio è stato tra i firmatari del referendum sul fine vita, ha rifiutato di benedire le palme in segno di protesta contro il divieto di benedizione delle coppie omosessuali, ha trasformato un'ala della canonica in appartamenti in affitto a prezzo calmierato per chi ha bisogno, ha parlato a gente a cui la chiesa non parla da decenni e che, con lui, si è rimessa ad ascoltare. E infine, quando la Corte suprema Usa ha dichiarato fuorilegge l'aborto, ha commentato: «Così si torna indietro di 50 anni e agli aborti clandestini». Una presa di posizione chiarissima. Come quella volta che fece suonare dall'alto del campanile «Bella ciao».
«Giù le mani da don Giulio» chiede l'intero paese. «Non è lui a non meritare di essere trattato così. La verità è che la Chiesa, questa Chiesa, uno così proprio non se lo merita. Con Don Giulio. Sempre.
Oggi più che mai», scrive Michele. «Ma per favore! Ma scherziamo? Conosco Don Giulio personalmente e lo stimo, chi ha preso questa decisione dovrebbe rendersi conto che siamo nel 2022, non nel medioevo», rincara Angela.
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