L'altolà di Gentiloni: "Guerra non giustifica aumenti del deficit e bonus"

Il commissario europeo all'Economia è categorico: "Sarebbe un errore adottare la stessa metodologia usata durante e dopo la pandemia"

Il commissario europeo all'Economia Paolo Gentiloni
Il commissario europeo all'Economia Paolo Gentiloni

Quello del commissario europeo all'Economia Paolo Gentiloni è un imperativo: “la guerra in Ucraina non giustifica aiuti economici come è accaduto per il Covid-19”. L’ex premier è intervenuto al Brussels Economic Forum e le sue parole non sono passate inosservate. “Siamo di fronte a una crisi simile alla precedente – ha detto – dovuta alla pandemia. Si tratta nuovamente di uno shock esterno, non creato dalle politiche dei governi, con conseguenze impari e diverse tra i vari Paesi, a seconda degli arrivi di rifugiati, dalla dipendenza dal petrolio russo e così via”. Per Gentiloni, però, le cose oggi sono diverse e non si può adottare lo stesso livello di sostegno di politica fiscale, ma le azioni devono essere molto più mirate e selettive.

La Commissione europea si avvia a presentare la prossima settimana il pacchetto di primavera partendo da questi presupposti imprescindibili. Quindi restano forti i dubbi sul prolungamento della “General escape clause”, la clausola che dall'inizio della pandemia ha permesso ai governi nazionali di sforare il tetto al deficit del 3% dettato dalle regole Ue. “Sarebbe un errore – ha continuato il commissario europeo – adottare la stessa metodologia usata durante e dopo la pandemia sulla nostra politica fiscale in questo nuovo contesto della guerra in Ucraina dove l'inflazione è al 6,5% e la politica monetaria, anche in Europa, può decidere di aumentare i tassi di interesse”, anche se quest'ultima ipotesi è stata esclusa dallo stesso commissario.

Gentiloni si è, poi, soffermato sull’esigenza di modificare i Trattati Ue che, comunque, non deve diventare per la Commissione europea un alibi per evitare di fare scelte importanti. “Quanto fatto con il Next Generation Eu – ha evidenziato l’esponente politico – non è il risultato di una riforma dei Trattati, bensì di un'emergenza, della pressione dell'opinione pubblica e di scelte coraggiose prese dalla Commissione e dalla istituzioni europee”. L'Europa ha intenzione di andare avanti negli investimenti verso la transizione ecologica. “Non sarà semplice – ha concluso Gentiloni – e avremo bisogno di centinaia di miliardi di investimenti ogni anno, non solo pubblici, ma anche e soprattutto investimenti derivanti dal mercato privato. Come attrarli, come gestirli, sarà cruciale per l'Europa, ma dobbiamo decidere, in questo momento, di non fermare la transizione ecologica”.

Come riporta il quotidiano Il Messaggero, il governo Draghi è d'accordo con Gentiloni, poiché ha sempre avuto l'obiettivo di evitare lo scostamento di bilancio che è come un macigno sulle spalle dei contribuenti. Tra le idee in cantiere c'è il Recovery Fund per l'energia condivisa anche dal presidente francese Emmanuel Macron.

L'orintamento è chiaro: dopo i bonus a pioggia elargiti nel periodo più critico del Covid-19 è ora di fare marcia indietro ed essere più parsimoniosi. I finanziamenti non potevano continuate all'infinito, nonostante la crisi continui per la guerra in Ucraina.

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