E viaggiando al nord, annusando aria d'Europa, per qualche ora la Meloni spera di dimenticare le grane del caso Donzelli-Demastro e affrontare i dossier. E invece no perché, sostiene, «oggi c'è una minaccia reale»: altro che segreti giudiziari violati e partiti calunniati, qui la questione è ancora più grave, c'è un vero, pericoloso, organizzato, assalto degli anarchici all'Italia. Non è tempo di polemiche, spiega, ma di «responsabilità» comuni. «Noi in questo momento abbiamo un problema che molti stanno sottovalutando, lo Stato italiano è oggetto di attacchi da parte degli anarchici, dentro e fuori i confini, con l'obbiettivo di rimuovere un istituto fondamentale, il carcere duro, traguardo a cui punta pure la mafia».
Basta dividersi. «Minacce e offensive contro funzionari e politici stanno aumentando e il dibattito si attarda su altre cose». Certo, ammette, è anche vero che nessuno ha abbassato i toni e che l'attenzione è tuttora concentrata sullo scontro tra partiti. Ora però «dobbiamo ragionare su un livello più alto. Il mio è un appello anche a me stessa, focalizziamo davvero il problema principale». Il rischio di insurrezione.
Intanto cordialità e «attenzione» a Stoccolma, con il premier Ulf Kristersson che, parole di Giorgia, «non è lontano dalle posizioni italiane sui rimpatri». Grandi sorrisi pure a Berlino, per un faccia a faccia con Olaf Scholz «incoraggiante», dove si sottolineano i punti di incontro. «Insieme», Italia e Germania sono «determinate» a fronteggiare la sfida degli Usa, che hanno varato un piano straordinario di sostegno alle imprese. Però la strada è diversa. Berlino allenta le regole sugli aiuti di Stato, Roma vuole preferisce flessibilità nell'uso dei fondi Ue, «calibrando il Pnrr», magari costruendo un fondo sovrano sostenuto dal debito comune. «La crisi richiede risposte immediate», dice Meloni. Freddi i tedeschi. Ma per il resto il colloquio con il cancelliere va oltre le aspettative. «Cara Giorgia, l'asse tra Italia e Germania è fondamentale per l'Europa - spiega Scholz - e la tua visita dimostra che siamo partner stretti nella Ue e nella Nato. La sfida della migrazione la possiamo superare assieme, con un sistema comune di asilo, con equilibrio tra solidarietà e responsabilità. Chi non ha diritto deve poter tornare in patria, però ci devono essere vie legali di ingresso, perché abbiamo bisogno di forza lavoro». Accordo pure su sicurezza e politica estera. «Sosteniamo l'Ucraina nella difesa contro l'aggressione russa».
Giorgia appare soddisfatta. Nega di aver dichiarato di essere allergica alla Germania. «Siamo due nazioni legate da un rapporto bilaterale esteso a quasi tutti i settori. La nostra cooperazione e fondamentale per la competitività economica europea». I fondi Ue «già stanziati possono essere usati con maggiore flessibilità», così come bisogna ritarare il Pnrr. E sul fondo sovrano «sappiamo che ci sono posizioni differenti», però si vedrà. Due trasferte lampo, incontri definiti «cruciali», in vista del prossimo Consiglio europeo. «Stiamo avendo dei colloqui per arrivare a delle sintesi che tengano conto degli interessi italiani».
L'energia, perché «vogliamo diventare l'hub europeo», e gli sbarchi, queste le priorità di Roma. «Ho richiamato l'attenzione sulla rotta mediterranea e sulla difesa dei confini esterni». Germania e Svezia vivono impatti diversi, però «ho trovato ascolto», anche se «il tema resta offrire alternative a chi scappa».
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