Scontro nel governo su coprifuoco e orari. Gelmini: niente multe, a tavola fino alle 22. Ma il Viminale la gela

Il sottosegretario Sibilia (M5s) contro l'interpretazione soft del ministro: "È tassativo essere già a casa". Speranza apre a nuove rivalutazioni. Locatelli (Cts): "Non siamo sadici, tra due settimane vedremo l'impatto"

Scontro nel governo su coprifuoco e orari. Gelmini: niente multe, a tavola fino alle 22. Ma il Viminale la gela

Nessuna deroga per chi da oggi andrà a cena fuori. Il coprifuoco scatta comunque alle 22 in punto e per quell'ora, se a un controllo non si è in grado di giustificare tramite autocertificazione lo spostamento per motivi di lavoro, necessità o urgenza, scatta la multa di 400 euro. Lo chiarisce il Viminale di fatto smentendo la linea morbida espressa dal ministro per gli Affari regionali Mariastella Gelmini, che in un'intervista al Messaggero aveva rassicurato sulle sanzioni: «C'è stata qualche polemica sul coprifuoco e sulla difficoltà per i ristoratori ad erogare i propri servizi la sera. Ma voglio chiarire un punto: chi va a cena fuori può stare tranquillamente seduto al tavolo fino alle 22 e poi, una volta uscito dal locale, far ritorno a casa senza alcun rischio di ricevere sanzioni». Invece il ministero dell'Interno ha inviato una circolare a prefetti e questori proprio per ribadire che l'applicazione delle nuove norme non prevede eccezioni sull'orario nemmeno per chi si trova a cena al ristorante fino alle 22, orario di chiusura dell'attività: «Il decreto legge in vigore dal 26 aprile ha confermato la permanenza del limite agli spostamenti tra le 22 e le 5». Ma è stato prima il sottosegretario all'Interno del Movimento cinque stelle, Carlo Sibilia, ad attaccare il ministro Gelmini: «Sono tra quelli che auspicavano il coprifuoco alle 23 ma la cabina di regia, dove siedono i rappresentanti di tutti i partiti, ha deciso per le 22. La legge e la circolare del Viminale è chiara e prevede il ritorno a casa alle 22 anche per chi cena all'aperto. Evitiamo pertanto interpretazioni personali che possono ingenerare confusione tra i cittadini e mettere in difficoltà le forze dell'ordine. Se c'è qualcosa da dire sugli aspetti di sicurezza - ha aggiunto Sibilia - non è il caso lo faccia il ministro degli Affari regionali. In Italia l'unica voce credibile e autorità competente in questo senso è quella del ministro dell'Interno».

Insomma, precisano dal ministero, alle 22 si dovrà essere già rientrati a casa e non lasciare il ristorante. Dovrebbe esserci tolleranza da parte delle forze dell'ordine, filtra dal Viminale, solo per casi particolari e sempre considerati come delle eccezioni. Anzi, in vista delle riaperture che scattano oggi sono stati disposti controlli rafforzati nelle città, nei luoghi della movida e all'uscita dei locali sia per verificare il rispetto delle norme anti covid nei ristoranti sia «per evitare assembramenti» all'esterno.

Dopo giorni di polemiche e con lo scontro ancora alto all'interno del governo sulla riconferma del coprifuoco alle 22 - limite che secondo le categorie economiche danneggia fortemente le riaperture perché riduce il turno serale per i ristoranti ed è considerato anche un forte disincentivo al turismo straniero in Italia - ieri il ministro della Salute Roberto Speranza ha annunciato che l'orario potrebbe essere rivisto a metà maggio. «Domani (oggi, ndr) facciamo un primo passo - ha detto riferendosi alla ripartenza - Monitoriamo settimana per settimana, se ci saranno le condizioni, io sarò il più felice di tutti a fare ancora dei passi avanti sul coprifuoco come su ogni altra misura, perché il nostro obiettivo è far ritornare la vita che avevamo prima di questo Covid, però si può fare quando ci sono le condizioni e i passi vanno fatti con prudenza, con cautela, altrimenti rischiamo di tornare indietro. L'orario delle 22 riduce mobilità. È una scelta che il governo, i tecnici e gli scienziati hanno deciso di farlo per spirito di cautela».

Un'ipotesi di revisione - le opzioni non contemplano però un'eliminazione del coprifuoco ma solo un suo eventuale spostamento alle 23 o alla mezzanotte - viene confermata dal coordinatore del Comitato tecnico scientifico, Franco Locatelli, secondo cui «due settimane è il tempo minimo per vedere che impatto hanno sulla curva epidemiologica una serie di scelte che hanno avuto il merito di tutelare la salute pubblica e venire incontro al disagio sociale e alla sofferenza economica».

Il coprifuoco resta per il Cts - che sull'incidenza del limite orario fissato alle 22 rispetto ai contagi non si era espresso - una scelta «condivisibile.

Se avremo dati positivi - precisa Locatelli - nessuno ha il gusto sadico di restringere i movimenti. La scelta che è stata fatta è quella di mantenere il controllo su quelle che sono occasioni di socialità che possono determinare rischi».

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