Sospendere i brevetti sui vaccini. La mossa del presidente Usa Joe Biden punta a rafforzare l'asse con l'Europa, incrinato durante la presidenza Trump. E Bruxelles ora apre ad un'ipotesi che fino ad un paio di settimane fa la vedeva decisamente contraria. Dietro il cambio di rotta annunciato ieri dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ancora una volta il premier italiano Mario Draghi che, subito dopo le dichiarazioni della Von der Layen non a caso ha ribadito in una nota che: «I vaccini sono un bene comune globale» e che deve essere una priorità «aumentare la loro produzione, garantendone la sicurezza e abbattendo gli ostacoli che limitano le campagne vaccinali». Ma se Emmanuel Macron si è subito accodato alla Von der Leyen la Germania invece ha mantenuto una posizione contraria. Attraverso un suo portavoce Angela Merkel ha ribadito che la revoca dei brevetti potrebbe causare «complicazioni severe per la produzione dei vaccini» perchè «la protezione della proprietà intellettuale è la fonte dell'innovazione e deve continuare a restarlo in futuro». E non stupisce visto che BionTech è tedesca.
Quello della sospensione dei brevetti dunque non sarà un cammino facile ma la mossa di Biden costringe anche la Russia a venire allo scoperto dichiarandosi favorevole a togliere i brevetti sui vaccini contro il coronavirus. Ad affermarlo lo stesso presidente Vladimir Putin. «La Russia sosterrà questo approccio. Nelle attuali condizioni, come ho già detto diverse volte, non si deve pensare a come ottenere il massimo beneficio ma a come garantire la sicurezza delle persone», ha dichiarato in direta televisiva Putin. Proprio ieri la Russia ha registrato la versione monodose del vaccino Sputnik definita Light.
Putin che aveva già intessuto accordi preliminari con la cancelliera AngelaMerkel non vuole lasciare il proficuo mercato dei vaccini in mano agli Usa che puntano a produrre in India mentre dall'altra parte si schierano Russia e Cina.
La discussione sui brevetti si tiene in sede Wto e una decisione dovrebbe arrivare all'inizo di giugno. Se ci fosse il via libera si imprimerebbe una accelerazione della produzione e della distribuzione delle dosi come auspicato dal premier Draghi.
«L'Europa è pronta a discutere la proposta degli Stati Uniti per una deroga alla protezione della proprietà intellettuale per i vaccini anti Covid 19», ha detto la Von der Layen che però nell'ottica di soluzioni più immediate esorta «tutti i Paesi produttori di vaccini» a consentire «l'esportazione evitando misure che interrompano le catene di approvvigionamento».
La presidente ha anche voluto sottolineare che al contrario degli Usa che tengono strette le loro dosi di Astrazeneca che al momento non vengono usate l'Europa esporta in oltre 90 Paesi. «Le spedizioni vanno ai nostri stretti alleati come il Canada o il Regno Unito. I nostri cari amici britannici hanno ricevuto finora dal continente un totale di 28 milioni di dosi. Anche 72 milioni sono stati spediti in Giappone. E anche molti milioni ai nostri amici a Singapore, in Messico o in Colombia, solo per citarne alcuni. L'Europa è oggi la farmacia del mondo.
-avverte la Von der Leyen- Alcuni invece hanno cercato di sfruttare una situazione difficile per sfruttare i guadagni geopolitici»Soddisfatto il ministro della Salute Roberto Speranza: «La svolta di Biden sul libero accesso per tutti ai brevetti sui vaccini è un importante passo in avanti», sostiene il ministro.
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