Staino: "Mi vergogno della gioia provata per le monetine a Craxi"

Il noto vignettista e giornalista Sergio Staino, ex direttore de L'Unità, racconta di essersi pentitop per quel sentimento che visse nel 1993, quando fu contento per le monetine lanciate al leader del Psi Bettino Craxi

Da Wikipedia
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L'età a volte aiuta a diventare saggi, anche se non è una regola scientificamente dimostrata. L'età forse ha aiutato Sergio Staino (78 anni), giornalista e vignettiva ex Pci, a capire che quelle monetine lanciate a Bettino Craxi nell'ormai lontano 1993, simbolo della furia giustizialista, non erano una grande cosa. E soprattutto non era una gran cosa aver goduto per quella scena, consumatasi davanti all'hotel Raphael di Roma. "Mi vergogno della gioia che ho provato quando lanciarono le monetine contro Craxi - dice Staino in un'intervista all'Huffington Post - fu il primo atto di anti politica della storia repubblicana, l'avvento di quello che i Cinque stelle e la Lega oggi hanno portato a compimento con il loro governo". All'epoca il Pds (ex Pci), così come il Movimento sociale e la Lega erano tra i più scatenati, in piazza, contro i "politici che rubano", e in particolare contro quello che era visto come un simbolo del sistema da abbattere, il leader del Psi. Dopo 25 anni arriva un (timido) ripensamento.

"Mi capita di pensare dove abbiamo sbagliato - aggiunge l'ex direttore dell'Unità -. Cosa abbiamo fatto per favorire che forze negative si affermassero e prendessero addirittura il potere in Italia. E mi torna sempre in mente l'assalto al segretario del partito socialista al Raphael". E prosegue: "Allora ci rifiutammo di vederlo come un legittimo rappresentante delle istituzioni. Un uomo con il quale dialogare. Ci lasciammo andare a una pulsione sub politica, a un'estremizzazione dei valori etici, all'esaltazione della magistratura. Sono i sentimenti che hanno aiutato a gettare discredito sul parlamento, sulle altre istituzioni, sulla politica, attraverso la teorizzazione della superiorità della società civile e con una serie di movimenti che, di fatto, hanno prima aperto le porte a Berlusconi, e poi le hanno aperte a Grillo".

Tornando all'attualità politica Staino rivela di essere "angosciato da questo governo", e "preoccupato per lo stato della sinistra in Italia, in Europa, nel mondo. Ho l'impressione di vivere in un paese sempre più cinico, in cui gli altri non sono mai riconosciuti come fratelli, ma sono individuati come avversari, a volte anche come nemici". E sullo stato della sinistra italiana aggiunge un dettaglio interessante, già emerso dallo studio dei flussi elettorali: "Conosco troppi compagni che hanno votato 5 stelle. Non si può far finta che non esistano. Non si possono criminalizzare.

Avremmo dovuto cercare di fare quello che ha fatto la Lega, ma al contrario: esaltare il loro elemento di sinistra, mentre Salvini ha esaltato quello di destra".

Insomma, dopo aver affermato che uno dei problemi dell'Italia è il Movimento 5 Stelle, Staino rivela che però, alla fine, non gli sarebbe dispiaciuto governarci insieme.

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