
Vabbè parliamo. Arrivano minacce, allusioni, altri attacchi hacker, rumori sinistri e ruggiti vari dell'orso russo. Zakharova? Sergio Mattarella non voleva replicare, ti pare che un presidente della Repubblica risponda a una portavoce specializzata in provocazioni? Però insomma, pressato a Podgorica da giornali e tv, mentre i pirati informatici mandano ko i siti del ministero del Made in Italy e della Guardia di Finanza, decide che è giunto il momento di fare chiarezza: la Russia, dice in sintesi, torni a rispettare la Carta dell'Onu.
E dunque, punto primo, noi stiamo con Kiev e ci resteremo. «Da tre anni la posizione dell'Italia che ho sempre espresso è nitida, limpida, chiarissima, quella dell'invito a ristabilire il rispetto del diritto internazionale e della sovranità di ogni Stato». E questo «è alla base del sostegno che l'Italia con la Ue e gli Usa ha assicurato all'Ucraina». C'è una guerra di conquista, un'invasione, e non possiamo che appoggiare il Paese aggredito. Punto secondo, nessuna ostilità preconcetta con Mosca, è il Cremlino che si è allontanato dai principi delle Nazioni Unite. La speranza «è che la Russia torni a svolgere un ruolo di rilievo» purché, ripete, «nel rispetto del diritto e della sovranità di ogni Stato».
Il terzo punto riguarda la pace. Attenzione, «una pace giusta e non fittizia e fragile». Non è tanto una questione di chilometri quadrati, di territori, di minoranze linguistiche: Kiev deve essere messa in sicurezza. E si arriva al quarto punto, che dimostra dove sono i torti e le ragioni. Bisogna risalire alla caduta del Muro e alla dissoluzione dell'Urss. «È utile ricordare - precisa - che quando l'Ucraina con il consenso della Russia divenne indipendente disponeva di una grande quantità di armi nucleari».
Ebbene, «su sollecitazione di Usa e Russia», l'Ucraina «ha consegnato alla Russia alcune migliaia di testate» atomiche. A fronte di quel trattato, Washington e Mosca «si impegnavano a garantirne l'indipendenza e l'integrità territoriale». Come è andata a finire l'abbiamo visto tutti. «Noi vorremmo che si ripristinassero quegli accordi».
Stavolta quindi niente paragoni con il Terzo Reich, o riferimenti ai nazisti che possono provocare fraintendimenti e strumentalizzazioni. Il presidente preferisce accendere i riflettori sul diritto internazionale calpestato al momento dell'invasione e sul tradimento della parola data. Se si vuole una pace «non accantonabile nell'arco di poco tempo», i russi devono rientrare nel recinto delle regole stabilite dalle Nazioni Unite.
Parole nette, che servono a tenere il punto con lo zar Putin, che riaffermano la linea italiana concordata con il governo e che possono essere rivolte anche alla Casa Bianca. I progetti americani per il cessate il fuoco sembrano tagliare fuori l'Europa dalla trattativa, soprattutto pare che non prevedano intese sulla sicurezza di Kiev. Dovrebbe pensarci la Ue. Crepe in vista nell'Alleanza Atlantica? No, risponde il capo dello Stato. «La Nato è sorta decenni addietro, ha una storia robusta e non c'è nulla che possa incrinare questo legame. Non ho timore». Semmai ha «un auspicio», che la Russia faccia parte del «mondo che vorremmo, quello che rispetta il diritto internazionale».
Dunque un Mattarella ancora «sereno» ma non più in silenzio. Niente scuse, come pretendeva la Zakharova, nemmeno passi indietro sul sostegno a Kiev nonostante lo scenario stia cambiando. In Italia, con l'eccezione di M5S che hanno preso le distanze alla Camera, la maggioranza dei partiti si riconosce nelle frasi del presidente. Solidarietà forte da Ignazio La Russa.
«Il capo dello Stato, che aveva ricordato quali siano gli elementi alla base della convivenza civile tra i popoli, e stato al centro di nuovi e gravissimi attacchi. Siamo vicini a lui che rappresenta l'Italia e i nostri valori democratici».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.