Studi tecnici e primi negozi. La riapertura è al rallentatore

Nel decreto confermato il lockdown fino al 3 maggio con poche eccezioni: ecco chi può tornare al lavoro da martedì

Studi tecnici e primi negozi. La riapertura è al rallentatore

Per ripartire a pieno regime l'Italia dovrà aspettare ancora, fino al 3 maggio, quando le parole d'ordine saranno comunque cautela e gradualità. Per ora sono confermate le misure che limitano gli spostamenti e le attività produttive. Con qualche novità, però. Il premier Giuseppe Conte comunica in serata al Paese cosa contiene il nuovo decreto in una conferenza stampa rinviata di ora in ora a causa di una serie di turbolenti vertici che si sono susseguiti nel pomeriggio con i membri del governo, i capi delegazione e le parti sociali alla ricerca di un compromesso per riaprire almeno in parte il Paese senza vanificare gli sforzi di tutti gli italiani. «È una decisione difficile ma necessaria. Se cedessimo adesso perderemmo i risultati ottenuti e dobbiamo continuare a rispettare le regole anche nei giorni di festa», raccomanda Conte.

Alla fine ha prevalso la cautela suggerita dal comitato scientifico. Ma qualche apertura ci sarà, anche se per i cittadini cambierà davvero poco, più per il settore agricolo, la silvicoltura e per qualche industria. «Vogliamo ripartire quanto prima - assicura il premier - ma non siamo ancora in condizioni di farlo a pieno regime. Quello che vogliamo promettere è che se avessimo assicurazioni su un miglioramento della situazione potremmo allentare le misure anche prima del 3 maggio». Intanto da martedì potranno rialzare le saracinesche le cartolerie, le librerie e i negozi che vendono vestiti per bambini e neonati. Gli ingressi negli esercizi commerciali dovranno comunque essere regolati garantendo il distanziamento interpersonale, oltre ad un'adeguata pulizia e areazione degli ambienti. E i supermercati dovranno allungare gli orari di apertura. Potranno riprendere a lavorare gli studi professionali, non più solo quelli di architettura e ingegneria che non hanno mai chiuso, ma tutte le «attività professionali, scientifiche e tecniche». Conte assicura che il lavoro per la fase 2 è già partito e c'è già il nome di chi dovrà guidarla, Vittorio Colao, ex numero uno di Vodafone, messo a capo della task force che risollevare il Paese. Una fase 2 dove si dovrà procedere con cautela, come raccomanda anche il presidente dell'Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro: «Le misure dovranno essere su scala nazionale perché anche nelle zone dove abbiamo comuni bianchi, senza casi di Covid-19, se non siamo molto attenti a seguire certe misure, un bianco può diventare rosso intenso». Il decreto firmato ieri, che sostituisce quello in scadenza lunedì, prevede qualche novità anche per gli stabilimenti produttivi non strategici, che rimangono ancora fermi ma il personale potrà accedervi per svolgere attività di vigilanza, manutenzione, pulizia e sanificazione. O per gestire i pagamenti. Sarà possibile anche la spedizione di merci giacenti in magazzino e la ricezione di beni e forniture, previa comunicazione al prefetto.

Riprende l'uso delle aree forestali, per la produzione della legna, la fabbricazione dei pc, la silvicoltura, che si accompagna alla ripresa della produzione di fertilizzanti e prodotti chimici per l'agricoltura. Via libera alle attività di riparazione e manutenzione di aerei e treni, di cura e manutenzione del paesaggio e a quelle idrauliche.

Il Dpcm contiene anche disposizioni più stringenti per chi arriva in Italia. Bisognerà consegnare una dichiarazione che indichi i motivi del viaggio e l'indirizzo dove si trascorrerà il periodo di sorveglianza sanitario.

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