Lo studio: "Solo a giugno contagi zero"

La previsione del centro: la Fase 2? Potrà iniziare a fine maggio

Lo studio: "Solo a giugno contagi zero"

«È rischioso allentare le misure prima di fine maggio».

Uscire di casa, per ora, resta un miraggio. La Fondazione Gimbe, organismo indipendente con lo scopo di promuovere l'attività di formazione e ricerca in ambito sanitario, nel suo modello di previsione che calcola l'andamento dell'epidemia in Italia prevede infatti che il giorno del «contagio zero» sarà il 2 giugno. Solo allora l'aumento dei casi sarà 0,5 per cento, soglia usata a Hubei per avviare la riapertura.

E ammonisce la politica affiché la cosiddetta «fase 2» al vaglio del governo, non avvenga prima di fine maggio. «Considerando che a differenza della Cina - dice il presidente Nino Cartabellotta qui non siamo in condizioni di applicare una sistematica tracciatura dei contatti tramite tecnologie avanzate e che i test sierologici non permettono ancora di fornire alcun patentino di immunità».

Per gli esperti se è vero da un lato che la curva del contagio è rallentata, lo è altrettanto che l'aumento dei nuovi casi di coronavirus è ancora significativo e pertanto le misure contenitive dovranno essere allentate in maniera diversa da regione a regione, tenendo sott'occhio eventuali nuovi focolai. Una riapertura generalizzata non dovrebbe nemmeno essere presa in considerazione dalla politica.

Per Gimbe qualora venga confermato nelle prossime settimane il rallentamento dei nuovi contagi, si potrebbe iniziare la «Fase 2» tra fine aprile e inizio maggio, ma questa scelta sarebbe alquanto rischiosa, perché non esclude una nuova escalation di contagi e focolai.

La linea della gradualità e della prudenza, invece, dovrebbe prevalere e spostare le progressive riaperture a partire da fine maggio.

«Il nostro modello - spiega il presidente - viene aggiornato quotidianamente e deve sempre essere maneggiato con cautela, perché l'andamento dei contagi potrebbe essere influenzato da variabili non considerate, spesso differenti nelle varie regioni: insorgenza di nuovi focolai, numero di tamponi effettuati, aderenza alle misure di distanziamento sociale, sovraccarico degli ospedali».

Ma se la curava del calo andrà come si spera il 16 aprile l'aumento dei casi scenderà al 2 per cento, all'1 il 27 aprile e il 7 maggio raggiungerà lo 0,5 per cento per attestarsi, finalmente, a 0,1 per cento il 2 giugno.

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