Superbonus, cambia tutto. Stop cessioni del credito

Bloccato anche lo sconto in fattura. Giorgetti: "Bubbone risolto". Tajani: "Era fuori controllo"

Superbonus, cambia tutto. Stop cessioni del credito

Niente da fare. Saltato il faccia a faccia con Roberta Metsola, in forse il viaggio in India, cancellato pure il volo per Monaco: domani, alla conferenza sulla sicurezza con Macron, Harris, Sunak e von der Leyen, per l'Italia ci sarà il vicepremier Antonio Tajani. Giorgia Meloni, ko per l'influenza, deve condurre da casa collegata da remoto anche il Consiglio dei ministri. La riunione, «veloce» e «concreta», si chiude con due provvedimenti piuttosto importanti varati all'unanimità. Il primo, atteso, è il decreto sul Pnrr che semplifica le procedura e accentra i poteri a Palazzo Chigi. Il secondo è una mossa a sorpresa, una forte stretta sui superbonus, con il blocco totale allo sconto in fattura e alla cessione del credito. Una mezza rivoluzione.

L'idea è provare a mettere ordine nel caos pazzesco, con tanto di sprechi e abusi, che da diversi mesi regna nel mercato edilizio. Colpa del governo Conte, dice Tajani. «Voglio essere chiaro, la lievitazione fuori controllo è avvenuta per la mancata pianificazione dell'esecutivo precedente a quello Draghi. Il gabinetto Draghi ha tentato di porvi rimedio, però ormai era troppo tardi». E Giancarlo Giorgetti: «Una politica scellerata ideata solo per creare consenso che è costata agli italiani 2mila euro a testa. Abbiamo un doppio obiettivo, risolvere il problema dei crediti incagliati e mettere in sicurezza i conti pubblici». Lo stesso ministro ha poi puntualizzato che i crediti di imposta oggetto dell'intervento ammontano a 110 miliardi.

Stop quindi a tutti i vantaggi, con il divieto di acquisti da parte delle pubbliche amministrazioni, disattivare la norma quadro che regola le cessioni, l'articolo 121 del decreto Rilancio. Esclusi dalla novità gli interventi già partiti o di cui è stata depositata la Cila. Comuni, Province e Regioni non potranno più incollarsi i crediti fiscali legati ai lavori di ristrutturazione, da oggi contabilizzati come indebitamento e possibili solo in forme limitatissime. Alleggerite infine le responsabilità dei fornitori che applica lo sconto in fattura. Cancellati cessione e sconto, l'unica opzione che resta sul campo è la normale detrazione d'imposta. Le imprese? Devono stare tranquille, dice il sottosegretario alla presidenza Alfredo Mantovano: «Apriremo un confronto, già lunedì, con le associazioni di categoria».

Quanto al Pnrr, sta scontando qualche ritardo. E quindi più velocità, meno vincoli, accentramento delle decisioni nelle mani del ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto. Cambia insomma la governance del Piano. Se prima enti locali, sindacati e imprenditori erano coinvolti e responsabilizzati, ora tutto passerà per la cabina di regia, che prevede quattro direzioni generali e un coordinatore.

C'è fretta, ci sono dei controlli periodici europei da superare. «Siamo gli ultimi nell'uso dei fondi di coesione - spiega Fitto - però il nostro orizzonte resta il 2026». Da adesso le procedure senza bando si applicheranno anche alle «opere strettamente connesse». La valutazione di impatto ambientale, in casi eccezionali, sarà eliminata. Il codice degli appalti sarà superato. La conferenza dei servizi «sostituirà i nulla osta». I tempi di esproprio saranno dimezzati. Gli enti locali inadempienti avranno solo 15 giorni per mettersi al passo, altrimenti verranno commissariati.:Grande attenzione pure per l'edilizia scolastica.

«Ora sarà possibile muoversi con rapidità ed efficienza - spiega Giuseppe Valditara, ministro per l'Istruzione - Con le semplificazioni, gli affidamenti diretti, le assunzioni e le altre misure, possiamo parlare di un modello Genova per la scuola».

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