Sembra essere arrivata una svolta sulla politica migratoria dell'Unione europea. Il presidente del consiglio europeo, Charles Michel, ha annunciato nelle scorse ore il via libera al finanziamento, da parte di Bruxelles, alle infrastrutture capaci di rafforzare le frontiere esterne del territorio comunitario.
Il primo pensiero va ovviamente al muro che la Polonia ha intenzione di costruire entro il giugno del 2022 lungo il confine con la Bielorussia. Qui da qualche settimana a questa parte è in atto una grave crisi migratoria dovuta alla pressione di migliaia di persone dal territorio bielorusso verso quello polacco.
Una situazione considerata come figlia della guerra ibrida intentata da Minsk nei confronti dell'Unione europea. Il tutto per rispondere alle sanzioni imposte da Bruxelles al governo bielorusso e al mancato riconoscimento, da parte dell'Ue, della vittoria del presidente Alexandar Lukashenko nelle elezioni del 2020.
Varsavia, per arginare la situazione, ha da subito usato il pugno duro. Prima inviando dodicimila soldati lungo la frontiera, in secondo luogo annunciando per l'appunto la costruzione di un muro. E qui si è aperta una maglia a livello politico che ha fatto breccia a Bruxelles.
La commissione europea si è sempre mostrata contraria, anche in occasione di altre precedenti crisi migratorie, alla costruzione di muri. Un concetto ribadito, nel pieno dell'attuale crisi, dal presidente della commissione Ursula Von Der Leyen. Una posizione però che ha da subito accusato non pochi scricchiolii.
Manfred Weber, capogruppo del Partito Popolare Europeo all'europarlamento, ha smentito quanto affermato dal capo dell'esecutivo comunitario dichiarando un eventuale appoggio del proprio gruppo al finanziamento di strumenti volti a potenziare i confini. E, soprattutto, a rispondere ai ricatti di Lukashenko.
Nei giorni scorsi poi l'Unione europea ha annunciato lo stanziamento di circa 140 milioni di euro a favore della Polonia per fronteggiare l'emergenza immigrazione. In un primo momento è stato specificato che le somme non dovevano essere usate per la costruzione del muro. Da Varsavia però le versioni erano diverse.
Oggi si è avuta definitiva conferma delle intenzioni di Bruxelles di contribuire al potenziamento delle barriere. “È nostro dovere – ha dichiarato Charles Michel – proteggere la nostra frontiera esterna”. Ufficialmente il presidente del consiglio europeo non ha parlato di muro, ma il riferimento alla nuova barriera non è così implicito.
“Occorre anche difendere anche il modello per il quale lottano i nostri cittadini – ha proseguito Michel – e ciò include supporto finanziario per le infrastrutture volte a rafforzare la capacità dei Paesi Ue, al confine con la Bielorussia, di difendere la frontiera Ue”.Nel corso delle sue dichiarazioni, Michel ha anche parlato di prossime sanzioni contro Minsk. In particolare, dovrebbe essere vietato alla compagnia di bandiera Belavia di affittare aerei da aziende europee.
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