I detenuti con una pena residua massima di 18 mesi potranno godere del nuovo "svuota carceri" temporaneo. Il provvedimento, pensato dal governo per fronteggiare la diffusione del coronavirus anche nelle strutture penitenziarie, estende fino al prossimo 31 gennaio la possibilità di usufruire del permesso premio. Eppure qualcuno fa presente che i detenuti appaiono più tutelati contro il Covid-19 di chi nelle carceri è presente perché ci lavora. E per questi ultimi non sembrano profilarsi provvedimenti ad hoc all'orizzonte.
Chi usufruirà del provvedimento
Lo "svuota carceri" è contenuto nel decreto legge Ristori ed è appena stato modificato dalle commissioni Bilancio e Finanze che hanno recepito tre emendamenti giallorossi, tra cui figura proprio quello che rinvia dal 30 dicembre 2020 al 31 gennaio 2021 la scadenza del provvedimento. Stando ad alcune stime fornite dal ministero della Giustizia, ad essere interessati sono circa 3.000 detenuti a fine pena e altri 2.000 che hanno già ottenuto misure di semilibertà. I primi andranno agli arresti domiciliari mentre gli altri verranno controllati con il braccialetto elettronico.
Numeri un po’ diversi da quelli annunciati da Franco Mirabelli, vicepresidente dei senatori del Partito democratico e capogruppo dem in commissione Giustizia a Palazzo Madama. Il parlamentare, infatti, non nasconde la sua soddisfazione e spiega che "per 1.300 persone si apre la possibilità di non tornare a dormire in carcere. È un risultato certamente inferiore a quello che volevamo ottenere, ma senza dubbio questi emendamenti sono migliorativi".
Come sottolinea La Verità non si esclude che si possa scendere anche al di sotto delle cifre ipotizzate in quanto fino allo scorso 15 ottobre i detenuti che scontavano la pena in regime di semilibertà erano 760. Inoltre altri provvedimenti su cui si è discusso non sono passati grazie all’opposizione e a qualche parlamentare della maggioranza che non ha votato in linea con le indicazioni dei rispettivi partiti. Ad esempio sono state bloccate le proposte sul rinvio dell'esecuzione delle condanne passate in giudicato e l'aumento di 30 giorni, ogni sei mesi, dello sconto di pena per la buona condotta. I giallorossi hanno, però, inserito i reati "ostativi": così non potranno usufruire del permesso premio allungato i detenuti per terrorismo, per reati da “codice rosso” (violenza sulle donne e stalking) e per mafia.
Le critiche del Sappe sullo "svuota carceri"
Se le forze della maggioranza sono sostanzialmente soddisfatte dal provvedimento, di diverso avviso è chi in carcere ci lavora quotidianamente. Donato Capece, segretario generale del Sappe, ritiene che sia "un grave e colpevole errore strumentalizzare la pandemia per creare l'ennesimo svuotacarceri senza introdurre vere riforme strutturali per l'esecuzione della pena".
Il sindacalista afferma che se il governo avesse ascoltato "i nostri campanelli di allarme suonati a inizio pandemia, probabilmente avremmo potuto fronteggiare l'emergenza con i quantitativi necessari di dispositivi di protezione, ovvero caschi, visiere, guanti e mascherine". In pratica mentre i detenuti appaiono tutelati contro il coronavirus anche attraverso lo "svuota carceri" gli operatori sono costretti a lavorare in condizioni difficili nonostante le richieste avanzate. Su questo tema Capece ricorda che fu chiesto al ministro Alfonso Bonafede di non ritardare gli accertamenti sul personale della polizia penitenziaria con test ematici e tamponi rapidi ed evidenzia che "in alcune Regioni non sono ancora stati fatti".
I numeri del contagio
Stando ai dati forniti dal Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, ad oggi sono 996 i detenuti contagiati: 913 di questi risulta asintomatico. Invece gli operatori e gli agenti della polizia penitenziaria colpiti da Covid-19 sono 850. Forse un qualcosa di diverso per prevenire i contagi in carcere si poteva fare. Lo stesso Sappe tempo fa aveva indicato la via da seguire: "Si potevano riconvertire gli istituti penitenziari chiusi per un basso numero di detenuti presenti, ad esempio Savona, in strutture per la gestione dei detenuti positivi al Covid".
Luci ed ombre
In commissione è passato l'emendamento che stanzia 3,6 milioni di euro per pagare gli straordinari agli agenti della polizia penitenziaria per il periodo che va dal 16 ottobre al 31 dicembre. "Uno sforzo straordinario da parte del governo", hanno definito l’azione dell’esecutivo le pentastellate Stella Grazia D'Angelo e Bruna Piarulli.
Ma Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa, ha affermato che lo stesso governo nega agli appartenenti alla polizia penitenziaria il riconoscimento dell'infortunio sul lavoro per chi contrae il Covid durante il servizio.
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