Decreto carceri, licenze a 5000 detenuti per frenare i contagi

I detenuti che potrebbero beneficiare della detenzione domiciliare sono circa 3000; 2000 quelli che non rientrano la notte. L'annuncio di Bonafede dopo il Cdm

Decreto carceri, licenze a 5000 detenuti per frenare i contagi

Nel decreto-legge approvato dal consiglio dei ministri sono contenute importanti novità anche per ciò che concerne la giustizia. Come riporta La Stampa, al fine di arginare la diffusione del Covid-19 all'interno delle carceri, ai condannati ammessi al regime di semilibertà e a quelli ammessi al lavoro esterno possono essere concesse dal magistrato di sorveglianza licenze con durata superiore a 15 giorni entro il 31 dicembre 2020. Per chi deve scontare una pena non superiore a 18 mesi può essere applicata la detenzione a domicilio con l’ausilio del braccialetto elettronico. I detenuti che potrebbero beneficiare della detenzione domiciliare sono circa 3000; i detenuti semi liberi e quelli ammessi al lavoro esterno che potrebbero ottenere i permessi straordinari e quindi non rientrare in carcere alla sera, sono invece 2000. In totale sono dunque 5000 i detenuti che beneficeranno di licenze speciali per frenare la diffusione del covid nelle carceri italiane.

Detenzione domiciliare con residueo pena superiore a 6 mesi

Come precisa il ministro della giustizia Alfonso Bonadese su Facebook, esiste l'obbligo del braccialetto elettronico per i detenuti che ottengono, per decisione del magistrato di sorveglianza, "la detenzione domiciliare con residuo pena superiore a 6 mesi (e inferiore a 18 mesi, come già prevede la normativa vigente)": si preclude comunque l'accesso alla detenzione domiciliare a chi è stato "condannato per mafia, terrorismo, corruzione, voto di scambio politico-mafioso, violenza sessuale, maltrattamenti in famiglia e stalking nonché a chi ha subito una sanzione disciplinare (o ha un procedimento disciplinare pendente) per la partecipazione a tumulti o sommosse nelle carceri". La situazione è grave in tutta Europa, sottolinea Bonafede sui social: "In questo momento dobbiamo essere tutti uniti e coesi contro l'unico nemico, la pandemia".

Contro la decisione del governo giallo-rosso e del ministro Bonafede si erano espressi, nelle scorse ore, il leader della Lega Matteo Salvini e la responsabile del Dipartimento Giustizia della Lega, Giulia Bongiorno: "Dopo otto mesi di nulla assoluto, il ministro Bonafede annuncia un altro Decreto: conoscendo la sua totale incapacità, non si azzardi a promuovere un altro Svuotacarceri per la felicità dei criminali. I cittadini, le Forze dell'Ordine e la magistratura stanno pagando un prezzo altissimo per l'inadeguatezza del Guardasigilli e di tutto il governo".

I numeri dei contagi nelle carceri: 150 positivi su oltre 50 mila detenuti

Come riferisce il Garante nazionale delle persone private della libertà nel suo periodico bollettino, citato dall'agenzia Adnkronos, rispetto alle 54.815 persone detenute oggi presenti, il dato divulgato di un numero di contagio attorno alle 150 unità, a cui corrisponde uno più alto (circa 200) di personale, rappresenta un'incidenza lievemente maggiore di quella del maggio scorso. Tuttavia, sempre rispetto a quel periodo, il numero di coloro che presentano sintomi è molto minore. Certamente, all'interno, come all'esterno, precisa il garante, "la velocità di crescita dei contagi desta preoccupazione, in particolare laddove si individuano dei cluster con un numero di persone positive innalzatosi velocemente.

Ma, nel caso della popolazione detenuta, si tratta essenzialmente di due o al più tre situazioni, un paio in Lombardia e una in Umbria, mentre negli altri casi si è di fronte a piccoli numeri diffusi in più Istituti, rispetto ai quali è possibile, quindi, mettere in atto una gestione adeguata".

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