Target per i vaccini, Regioni in rincorsa: "Priorità assoluta per le fasce fragili"

Figliuolo fissa gli obiettivi dal 16 al 22 aprile: "Dobbiamo raggiungere le 500mila dosi, stop alle prenotazioni per gli under 60". Bene Lazio, Veneto e Lombardia. Indietro Umbria, Emilia e Toscana

Target per i vaccini, Regioni in rincorsa: "Priorità assoluta per le fasce fragili"

Correre verso l'obiettivo delle 500mila somministrazioni giornaliere. Con un target quotidiano di iniezioni assegnato a ciascuna Regione, a seconda delle dosi effettive, da rispettare nell'arco di una settimana. Il commissario straordinario per l'emergenza, Francesco Paolo Figliuolo, lavora per dare regolarità alla campagna vaccinale richiamando all'ordine i territori, assegnandogli i valori dieci giorni prima dell'inizio di ogni settimana del target di riferimento. Valori che aumenteranno con il passare delle settimane, in corrispondenza dell'arrivo di maggiori forniture. Le ultime, 430mila dosi di vaccino AstraZeneca, sono state consegnate ieri all'hub nazionale di Pratica di Mare e oggi saranno distribuite alle Regioni.

Un pungolo, quello di Figliuolo, a fare sempre meglio per aumentare progressivamente il ritmo delle inoculazioni fino alla fatidica soglia che era stata indicata dal premier Mario Draghi per la metà di aprile, poi abbassata a causa dei ritardi degli approvvigionamenti. Più che mai ora con le imminenti riaperture di parte delle attività, serve immunizzare il più possibile la popolazione rispettando la tabella di marcia indicata dal commissario, che per la settimana dal 16 al 22 aprile ha fissato l'asticella a 315.718 vaccinazioni giornaliere in tutta Italia e 2,210 milioni complessive. Un obiettivo per il momento centrato, con ampio scarto, non solo il primo giorno della tabella, il 16 aprile, quando sono state vaccinate 366.980 persone, ma anche il giorno successivo, con 344.332 inoculazioni. Domenica 18 aprile, invece, complice il giorno festivo, il conto delle somministrazioni si è fermato a 235.500, dunque 80.218 iniezioni meno del previsto.

«Il rispetto da parte delle Regioni dei target giornalieri è essenziale per l'avvicinamento progressivo all'obiettivo delle 500mila somministrazioni al giorno indicato nel piano vaccinale che sarà raggiunto nell'ultima settimana di aprile», spiega il commissario. Il problema è che non tutte le Regioni procedono allo stesso ritmo, alcune sono virtuose, altre sono in profonda emergenza. Il Lazio non sempre rispetta il target delle 30mila inoculazioni al giorno, però la prossima settimana punta a raggiungere quota 40mila, con l'intenzione di arrivare a due milioni di dosi al mese. La Lombardia, invece, lunedì ha superato le 50mila iniezioni previste effettuandone 58.214. Anche il Veneto procede a ritmi serrati, lunedì ha inoculato 23.347 dosi, leggermente meno del target giornaliero fissato, ma l'obiettivo del governatore Luca Zaia, se ci fosse disponibilità di vaccini, sarebbe quello di arrivare a 40mila iniezioni al giorno. Prendendo come riferimento le dosi somministrate il 19 aprile, sono soltanto sette le regioni che hanno superato il target di Figliuolo (Lombardia, Valle d'Aosta, Liguria, Marche, Campania, Basilicata e Puglia), mentre le altre 12 non lo hanno raggiunto, tra le altre Umbria, Emilia Romagna e Toscana. In Sicilia, invece, una sterzata decisiva è arrivata grazie all'open day che ha consentito le vaccinazioni senza prenotazione per smaltire le dosi residue di AstraZeneca: solo il 16 aprile sono state 28.843, oltre 3mila più del previsto, ma l'obiettivo settimanale è ancora lontano.

Oltre a stabilire il ritmo da tenere per cercare di arrivare alla meta prefissata, Figliuolo ha sollecitato le Regioni ad accelerare l'immunizzazione delle persone fragili e di quelle che appartengono alle fasce di età più esposte, «che non risultano ancora coperte da vaccino in proporzione tale da garantire la loro messa in sicurezza», chiedendo di non partire ancora con le prenotazioni agli under 60. Un richiamo che rischia di frenare la corsa del Lazio, dove a giorni era in programma il via libera alle vaccinazioni proprio di quella fascia di età.

Anche il criterio di distribuzione delle dosi è stato rivisto su proposta della struttura commissariale, condivisa dalla Conferenza delle Regioni, in base al principio «una testa, un vaccino»: basta ai cambi di direzione sui quantitativi di fiale da distribuire secondo criteri diversi, ora le dosi vengono assegnate in base alla popolazione, sempre rispettando le fasce di età.

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