È forse la principale novità del decreto rilancio. Confindustria, le associazioni delle piccole imprese e dei professionisti, oltre all'Abi nei giorni scorsi avevano sollecitato la cancellazione dell'Irap. Il governo ha accolto solo in parte gli appelli introducendo una sospensione dei pagamenti per le imprese e i lavoratori autonomi con ricavi non superiori a 250 milioni. Sono scomparse le altre limitazioni sulle perdite di fatturato e i ricavi minimi di 5 milioni presenti nelle bozze precedenti. Lo stop riguarda il saldo Irap 2019 e il pagamento della prima rata - il 40% - sull'Irap 2020. Rimane fermo l'obbligo di versamento degli acconti per il periodo di imposta 2019.
Le ultime versioni del decreto hanno ampliato anche un'altra esenzione fiscale, quella che riguarda la prima rata Imu 2020 per gli alberghi. Nell'ultima versione sono stati compresi anche gli immobili degli agriturismi, dei villaggi turistici, degli ostelli della gioventù e dei campeggi, a condizione che i relativi proprietari siano anche gestori delle attività ivi esercitate. Nessun cenno al momento alle case vacanza. Restano inclusi gli stabilimenti balneari marittimi, lacuali e fluviali, nonché gli immobili degli stabilimenti termali.
Sempre a proposito di fisco, oltre all'attesa conferma dello stop agli aumenti dell'Iva, è rispuntato lo stop alla plastic e alla sugar tax, entrambe rinviate al 2021. Sullo stop ha puntato da subito Italia Viva. Confermata la proroga di tre mesi, da giugno a settembre, dei versamenti di tasse e contributi che erano già stati sospesi per i mesi di marzo, aprile e maggio. Il pagamento slitta al 16 settembre in un'unica soluzione o in quattro rate.
Sospesi anche i pignoramenti di pensioni e stipendi effettuati nel periodo tra l'entrata in vigore del decreto e il 31 agosto 2020, da parte dall'agente della riscossione che dovrà consentire «anche in caso di avvenuta assegnazione da parte del giudice, di mettere le predette somme a disposizione del debitore».
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