È stato fermato mercoledì sera a Lione dalla gendarmerie, che già lo cercava per aver violato il «controllo giudiziario». Ma ora l'accusa è ben più grave: secondo gli inquirenti sarebbe stato Teima Sohaib, 21enne di origini egiziane nato in Italia, a ferire a morte la 22enne Auriane Nathalie Laisne nella chiesetta del villaggio abbandonato di Aosta.
Il ragazzo - originario di Fermo ma residente da tempo in Francia - era stato visto da alcuni passanti insieme ad Auriane nella zona di La Salle, proprio nei pressi del villaggio abbandonato di Equilivaz dove la 22enne è stata trovata senza vita. È stato individuato dagli investigatori dopo l'incrocio dei dati di ingresso in Italia, le testimonianze della gente del posto e l'identificazione della vittima. Dalla giustizia francese emergono dettagli sulla figura di Sohaib, che in passato aveva già aggredito la ragazza: il prossimo 3 maggio il 21enne sarà infatti processato dal Tribunale di Grenoble per violenza domestica nei confronti di Auriane. Dopo le aggressioni era anche stato disposto un divieto di avvicinamento alla vittima, ma la coppia non si era sciolta ed anzi era partita per le vacanze. Per la Procura aostana Teima e Auriane avevano «una frequentazione assidua tra Italia e Francia» ma il loro rapporto «non era sereno».
La vicenda ancora avvolta nel mistero comincia il 25 marzo, quando i due ragazzi entrano in Italia a bordo di un autobus, poi si dirigono verso Aosta e campeggiano in un luogo montano. Vengono visti da diversi residenti passeggiare a La Salle, poi il vuoto. Fino al ritrovamento del cadavere della giovane di Saint-Priest. Teima è già lontano, fuggito oltre confine ben prima di venerdì, quando alle 12.50 una coppia di escursionisti si arrampica fino al borgo fantasma e vede il corpo della ragazza. Prima di fuggire in Francia il presunto killer avrebbe però portato via i documenti e il cellulare della 22enne, identificata solo dai genitori dopo due giorni. Quel che è certo è che Auriane Nathalie Laisne è stata uccisa dopo un fendente scagliato al collo e al ventre, forse con un coltello. L'assassino ha poi «ricomposto il corpo della vittima, mettendola in una posizione fetale, con una pietra dietro la schiena per non farla rotolare sul lato: la sua intenzione era di farla trovare come se fosse morta dormendo, ma gli elementi successivi hanno detto che era stata uccisa», spiegano i carabinieri.
Gli inquirenti ritengono
inoltre che dietro l'omicidio non ci sia alcun impeto, ecco perché l'ipotesi di reato contestata all'italo-egiziano dalla Procura di Aosta è di omicidio aggravato dalla premeditazione e dal rapporto affettivo con la vittima.
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