Ci mancava solo quest'ultima cretinata di quei geni di Ultima Generazione: imbrattare la statua «LOVE» di Maurizio Cattelan in piazza Affari, più comunemente chiamato il «ditone». Che, per esser chiari non è un pollicione come quello dei like di Facebook, ma un gigantesco medio che manifesta tutto il suo disdegno nei confronti dell'edificio antistante, cioè Palazzo Mezzanotte, cioè la Borsa.
Ieri, questi sciamannati che per salvare il mondo dalla catastrofe ecologica nel frattempo lo imbrattano con le loro ecologicissime vernici, hanno pensato bene di dedicare le loro attenzioni all'opera di piazza Affari. Tra l'altro, in questo caso, hanno pure sbagliato bersaglio: hanno preso di mira un'opera d'arte che a sua volta prende di mira il sistema capitalistico, cioè, secondo gli eco-estremisti, uno delle principali cause scatenanti del climate change.
Gli attivisti sono stati prima bersagliati dai passanti, che li hanno apostrofati con parole consone, e poi accompagnati in questura. Il caso, ovviamente, non è solo penale. In un Paese nel quale si fa fatica a tenere dietro alle sbarre chi uccide, violenta o ruba, è improbabile mettere in gattabuia chiunque commetta questo tipo di reati. Però gli estremisti dell'ecologia sono dei fanatici che, in qualche modo, vanno fermati: con multe esemplari e, magari, costringendoli a ripulire ciò che hanno sporcato. Non si combattono le troppe emissioni, nè si frena il cambiamento climatico, lanciando vernice o passato di verdura contro i quadri di Klimt o di Van Gogh e men che meno bloccando le strade e i passanti autostradali, anzi si ottiene l'effetto opposto: si creano code di automobilisti - spesso pendolari che stanno andando al lavoro - che, fermi nel traffico, inquinano ancora di più; e in secondo luogo, con gesti così disturbanti, si allontana ancora di più l'opinione pubblica da tematiche serie e importanti. «Cui prodest?», si chiedevano i latini, «A chi giova?». A nessuno, come dicevamo prima neppure all'ambiente. Noi, più pedestremente, rispondiamo con le parole che l'acutissimo Carlo Maria Cipolla utilizza nella terza legge della stupidità: «Una persona stupida è una persona che arreca danno a un'altra persona o gruppo di persone senza ottenere, allo stesso tempo, un vantaggio per se stesso, o addirittura ottenere una perdita».
Loro, nomen omen, sono convinti di essere l'ultima generazione che può intervenire sul clima prima dell'estinzione e della catastrofe. Noi siamo convinti del contrario, ma se la prossima generazione dovesse essere peggio di questa, beh, allora siamo sempre pronti a ricrederci.
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