Il testamento di Napolitano: blinda Renzi e l'euro

Il presidente della Repubblica ribadisce l'intenzione di dimettersi, rivendica il suo operato, fa lo spot al premier e blinda l'euro: "Velleitaria e pericolosa la disintegrazione della moneta unica"

Il testamento di Napolitano: blinda Renzi e l'euro

L'ottavo discorso di Capodanno di Giorgio Napolitano. Nessuno ne ha fatti quanti lui. Ma questo è l'ultimo, quello più atteso, pronosticato e retroscenato. Napolitano parte dalla fine, dalle imminenti dimissioni, le rivendica e le ribadisce con nettezza: "L'età da me raggiunta porta con sé limitazioni e difficoltà. A quanti auspicano che continui il mio impegno dico semplicemente che ho il dovere di non sottovalutare i segni dell'affaticamento".

Il capo dello Stato poi aggiunge: "Ritengo di non poter oltre ricoprire la carica cui fui chiamato, per la prima volta nel maggio del 2006, dal Parlamento in seduta comune. Secondo l'opinione largamente prevalente tra gli studiosi, si tratta di una valutazione e di una decisione per loro natura personali, costituzionalmente rimesse al solo Presidente, e tali da non condizionare in alcun modo governo e Parlamento nelle scelte che hanno dinanzi né subendone alcun condizionamento".

Il secondo mandato alla Presidenza della Repubblica è stato "determinante per dare un governo all'Italia" e "favorire un confronto più costruttivo tra opposti schieramenti", rivendica poi Napolitano. Che poi afferma: "L'aver tenuto in piedi la legislatura apertasi con le elezioni di quasi due anni fa, è stato di per sé un risultato importante : si sono superati momenti di acuta tensione, imprevisti, alti e bassi nelle vicende di maggioranza e di governo; si è in sostanza evitato di confermare quell'immagine di un'Italia instabile che tanto ci penalizza, e si è messo in moto, nonostante la rottura del febbraio scorso, l'annunciato, indispensabile processo di cambiamento. Un anno fa, nel messaggio del 31 dicembre, avevo detto : "Spero di poter vedere nel 2014 almeno iniziata un'incisiva riforma delle istituzioni repubblicane". Ebbene, è innegabile che quell'auspicio si sia realizzato".

Napolitano difende l'Euro e attacca: "L'Italia ha colto l'opportunità del semestre per sollecitare un cambiamento delle politiche dell'Unione Europea che accordino priorità al rilancio solidale delle nostre economie. Niente di più velleitario e pericoloso, invece, di certi appelli al ritorno alle monete uniche e della disintegrazione dell'euro".

Nessun rimorso. Anzi. "Ho fatto del mio meglio in questi anni lunghi e travagliati della mia presidenza per sanare le ferite subite all'unità nazionale e ridare ad essa l'evidenza perduta. Se mi sia riuscito toccherà a quanti vorranno con obiettività e spirito critico analizzare il mio mandato dirlo", afferma Napolitano.

Che poi auspica: "È giunto il momento di tornare alla "normalità costituzionale.

Personalmente resto convinto che la disponibilità richiestami e offerta nell'aprile 2013, in un momento di grave sbandamento e difficoltà post-elettorale, sia risultata un passaggio determinante per dare un governo all'Italia, rendere possibile l'avvio della nuova legislatura e favorire un confronto più costruttivo tra opposti schieramenti politici. Ma è positivo che ora si torni, per un aspetto così rilevante, alla normalità costituzionale, ovvero alla regolarità dei tempi di vita delle istituzioni, compresa la Presidenza della Repubblica".

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