Tre navi su quattro che «assediano» l'Italia con il loro carico di migranti, sono già entrate in acque nazionali per sbarcare i «fragili» a bordo, minori, che spesso non sono tali, donne in difficoltà e disabili. Una, la Humanity 1 con a bordo 179 naufraghi, ha fatto ieri sera il suo ingresso scortata da una motovedetta della Guardia costiera. In teoria l'approdo dovrebbe essere solo temporaneo, perché il governo ha intimato che le navi dovranno tornarsene in acque internazionali. I migranti rimasti a bordo dovrebbero presentare la richiesta di asilo sulla nave ricadendo automaticamente sotto la tutela dello stato di bandiera ovvero Germania o Norvegia. Il copione è già scritto ammettono a denti stretti chi è in prima linea nella crisi. «Verranno sbarcati i cosiddetti fragili, ma gli altri potrebbero ribellarsi o gettarsi in mare e andrebbero soccorsi. A patto che si riesca ad evitare azioni del genere le Ong hanno già pronto un fuoco di sbarramento legale con esposti alla magistratura». E come è capitato in passato alla fine ci sarà un giudice che li farà sbarcare tutti.
Nave Humanity 1, battente bandiera tedesca, con 179 persone a bordo era stata autorizzata dal decreto interministeriale a sbarcare i «fragili», ma rimanendo «lo stretto tempo necessario». Il capitano aveva fatto sapere che a bordo c'erano «pasti caldi solo per tre giorni» preparando così il terreno per lo stato di emergenza con l'obiettivo di sbarcare tutti. A dare man forte ci ha pensato Aboubakar Soumahoro, neo deputato di Verdi e Sinistra italiana, che si è presentato alla Camera con il pugno chiuso e adesso è pronto a salire a bordo di Humanity 1. Un copione già visto seguito anche da Geo Barents di Medici senza frontiere con 572 persone a bordo e bandiera norvegese. La nave è entrata nelle acque italiane per proteggersi dal maltempo e il responsabile delle operazioni, Riccardo Gatti, lancia il solito allarme su «infezioni cutanee, respiratorie e la mancanza di spazio».
Una fonte del Giornale, però, racconta che fra gli oltre mille migranti sulle quattro navi delle Ong, c'è un nutrito gruppo di tunisini. «Sono inferociti perché li hanno recuperati nonostante sarebbero arrivati ben prima in Italia con i loro barchini» racconta la fonte.
Un'altra vicenda scabrosa riguarda la Rise Above, la terza nave, con bandiera tedesca, entrata nelle acque italiane con 90 migranti e una certa agitazione a bordo spacciata per rivolta. Una motovedetta della Guardia costiera è corsa ad evacuare una donna africana, che sembrava stare male. Una volta portata al pronto soccorso l'hanno dimessa poche ore dopo, senza grossi problemi. Non solo: per non dividere il nucleo familiare hanno fatto sbarcare anche il presunto marito, ma poi si è scoperto che si trattava del fratello, né minore, né fragile. La quarta nave, Ocean Viking, di Sos Mediterranee, bandiera norvegese con 234 migranti a bordo, ieri sera era ancora in acque internazionali non lontana dalla Sicilia.
«Le persone che hanno i requisiti possono sbarcare. Ci facciamo carico di ciò che presenta problemi di ordine assistenziale e umanitario - ha dichiarato Matteo Piantedosi, ministro dell'Interno - Gli altri devono tornare fuori dalle acque territoriali e se ne deve fare carico lo Stato di bandiera». Non è chiaro se l'operazione avverrà al largo, in rada o alla banchina.
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