Lo sciopero dei benzinai del 25 e del 26 gennaio è stato pressoché scongiurato. Ieri l'incontro del governo (rappresentato dai ministri Giorgetti, Urso e dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Mantovano) con le associazioni rappresentative dei gestori degli impianti di distribuzione carburanti ha aperto al confronto con il settore, che inizierà con un tavolo tecnico martedì 17, ma soprattutto a una modifica del decreto legge Trasparenza ancora in attesa di pubblicazione. Lo sciopero, pertanto, è stato congelato per vedere se la disponibilità si tradurrà in fatti concreti tramite il testo che sarà stampato sulla Gazzetta Ufficiale.
Le sigle (Faib-Confesercenti, Fegica-Cisl, Figisc-Anisa-Confcommercio ), che rappresentano oltre il 70% delle stazioni di servizio, hanno chiesto di archiviare le polemiche sul caro carburanti che indicavano nei distributori i presunti fautori di una speculazione. Il governo, pertanto, starebbe rivedendo l'impianto normativo e sanzionatorio del decreto. Si starebbe ragionando sulla possibilità che i benzinai non debbano più esporre il cartello con il prezzo medio nazionale aggiornato quotidianamente, ma che questo possa essere a disposizione dei consumatori su un sito web di servizio. Allo stesso modo, è stato chiesto di irrogare le sanzioni a coloro che sistematicamente non comunicano i prezzi al ministero (circa il 20% della rete) e non coloro che omettono per dimenticanza la notifica quotidiana dei prezzi.
Infine, ma è la parte più importante, l'esecutivo ha ribadito che l'intervento sulle accise non sarà automatico all'incremento dei prezzi ma, in base alla Finanziaria 2008, sarà varato un nuovo decreto qualora aumentassero le entrate Iva (in virtù dei rincari) e il prezzo dei carburanti superasse il 2% rispetto alla media del periodo e al valore indicato nel Def.
«I gestori non hanno alcuna responsabilità per l'aumento dei prezzi, né per le eventuali pretese speculazioni di cui si è parlato. Per quello che riguarda le organizzazioni dei benzinai, le polemiche finiscono qui. Ora è il momento di lavorare seriamente per restituire efficienza e piena legalità alla rete», hanno comunicato le tre associazioni al termine dell'incontro confermando il congelamento dello sciopero.
Il percorso curvilineo che ha portato alla revisione dei propositi iniziali anche per sottolineare la vicinanza del governo Meloni alle categorie produttive come benzinai, commercianti e autotrasportatori, non ha tuttavia evitato le polemiche, a partire da quelle del segretario della Cgil, Maurizio Landini. «Stanno emergendo i limiti della manovra. E quello che sta venendo fuori è che i prezzi aumentano, la gente non arriva alla fine del mese», ha detto. «Credo che ci sia bisogno proprio di cambiare politica, come noi avevamo chiesto: oggi è il momento di ridurre il carico fiscale sul lavoro dipendente, sui pensionati». Di tutt'altro avviso il segretario Cisl, Luigi Sbarra. «I chiarimenti del governo e il conseguente congelamento dello sciopero dei distributori sono una buona notizia. Ma la partita del caro carburanti resta un banco di prova fondamentale», ha sottolineato aggiungendo che «si tratta di arginare inflazione e speculazione con strumenti di controllo capillare e permanente, sterilizzando gli oneri accessori e ripristinando il taglio delle accise».
Sempre ieri il ministro delle Imprese Urso ha presentato il prossimo decreto al Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti mettendone in evidenza gli strumenti di tutela dei cittadini grazie all'intervento congiunto di Guardia di Finanza e Antitrust.
Molto soddisfatte le associazioni dei consumatori che hanno ricevuto un riconoscimento «politico» da parte dell'esecutivo. Tra queste il Codacons ha proposto a Urso un ritorno al 2012: prezzi calmierati di 20 centesimi sulla rete Eni e limitando a 2 euro/litro il prezzo in autostrada.
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