Treni, tangenti sulla rete Rfi. Arrestato il manager alfaniano

Nei guai il presidente Lo Bosco, il suo nome nel "libro mastro" delle mazzette. L'accusa: ha intascato 58mila euro. È l'ennesimo colpo per Ncd dopo lo scandalo del Cara di Mineo

Treni, tangenti sulla rete Rfi. Arrestato il manager alfaniano
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Non c'è pace per Ncd nella sua culla, la Sicilia. Dopo le vicende del Cara di Mineo, che hanno inguaiato il sottosegretario all'Agricoltura Giuseppe Castiglione, ecco che un nuovo ciclone si abbatte su Alfano & Co. Per una brutta storia di tangenti, ieri, è infatti finito in manette Dario Lo Bosco, presidente di Rfi, Rete Ferroviaria italiana, presidente del cda di Ast, l'Azienda siciliana trasporti, ma soprattutto manager molto caro agli alfaniani. A Lo Bosco, ingegnere originario di Raffadali (Agrigento) da anni «re» siciliano dei trasporti su rotaia e su gomma, viene contestata una tangente di oltre 58mila euro, che avrebbe preso per un appalto per il monitoraggio delle corse dei treni. Al manager sono stati concessi gli arresti domiciliari, così come a due funzionari del Corpo forestale siciliano arrestati per mazzette. Le accuse sono concussione e induzione indebita a dare o promettere utilità.

A mettere nei guai Lo Bosco un imprenditore agrigentino, Massimo Campione, presidente della Sistet srl (società di telecontrollo e impianti di sicurezza) fermato ai primi di settembre all'aeroporto di Palermo. Proprio nella sua auto gli investigatori hanno trovato la «black list», il libro mastro delle tangenti che lui aggiornava con tanto di data, cifra versata e destinatario. Sei le annotaizoni relative a Lo Bosco, tra il 2013 e il 1014. Due gli appalti nel mirino dell'inchiesta: quello bandito dall'Ispettorato forestale della Regione per il telerilevamento degli incendi; e quello per un sensore per rilevare il transito dei treni. È da quei fogli - 15, dieci scritti a mano, cinque al computer - che si è risaliti a Lo Bosco e agli altri dirigenti coinvolti. Per ora, a parte gli arrestati, ci sono quattro indagati. Ma ci sono altri nomi. E il mondo politico trema. Già, perché Lo Bosco, 55 anni è da anni il «re» dei trasporti. Un «re» che dalla Sicilia ha conquistato l'Italia, con la guida di Rfi. È agosto del 2010, Ncd ancora non esiste. Eppure Angelino Alfano l'11 agosto esulta su Facebook per la nomina di Lo Bosco al vertice di Rfi, con un «Buon lavoro» scritto tutto a lettere maiuscole. Un feeling rimasto nel tempo. Tanto che nel 2013 Dagospia svela le manovre di Alfano e Schifani per piazzare «l'amicuzzo siculo Dario Lo Bosco» al vertice di Trenitalia. L'operazione non va in porto. Ma il feeling con Ncd non si è mai rotto. Nello stesso 2013 l'Ncd Castiglione benedice la nomina di Lo Bosco a commissario della Camera di commercio di Catania. Uno «schiaffo» all'ex governatore Lombardo voluto da Crocetta e dall'altro legame forte di Lo Bosco: quello con il numero uno di Confindustria Sicilia Antonello Montante, ora nei guai con le accuse di collusione.

Una potenza, Lo Bosco: nei trasporti via terra (bus e treni) e pure via mare, visto che tra il 2007 e il 2012 ha guidato anche l'Autorità portuale di Messina e Milazzo. Campione, l'imprenditore beccato col libro mastro, inizialmente ha tentato di negare. Ha provato a spacciare la black list (concordando la versione con la fidanzata Maria Grazia «Margot» Butticè, anche lei indagata) per un'innocente lista di pagamenti a «muratori e imbianchini». Una tesi che però non ha retto. E Campione il 5 settembre è crollato e ha cominciato a parlare. Di Lo Bosco (annotato come «Albero», diceva che era un vecchio «compagno di scuola»)e degli altri. Da quando era venuta fuori la notizia della collaborazione di Campione, i guai in arrivo per Lo Bosco erano nell'aria. Ma lui aveva smentito di essere indagato: «Vicenda pirandelliana», aveva detto a Sudpress . E ora dopo l'arresto è corsa a smarcarsi da lui.

Il governatore di Sicilia Rosario Crocetta, ultimo suo mentore, annuncia che il Cda di Ast sarà azzerato. Le Ferrovie esprimono fiducia nei magistrati. Cauto il ministro dei Trasporti Graziano Delrio: «Vediamo le indagini, bisogna attendere gli sviluppi».

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