Difficile sostenere di non essere una costola del centrosinistra quando si trova una quadra con il Partito democratico per le candidature in tre collegi uninominali valevoli per il Senato. Uno degli schemi emersi per il Trentino Alto Adige, in vista delle prossime elezioni politiche, prevede una triangolazione tra il partito guidato da Enrico Letta e il Terzo Polo di Carlo Calenda e Matteo Renzi. Il tutto andrà sotto il nome di «Alleanza democratica per l'Autonomia». In sintesi, Pd e Terzo Polo, almeno per questo giro, hanno rintracciato uno specifico punto d'incontro territoriale che comporta il sostegno unitario a tre candidati. La renziana Donatella Conzatti, che era stata eletta con Forza Italia ma che durante la passata legislatura ha aderito a Iv, sarà la candidata del collegio di Rovereto, mentre negli altri due uninominali verranno piazzati esponenti di area dem. Il centrodestra però non ci sta. Michela Biancofiore, vicepresidente di Coraggio Italia, insiste sul fatto che tra Enrico Letta da una parte e Matteo Renzi e Carlo Calenda dall'altra non vi siano poi tutti quei distinguo che i leader rimarcano sul piano nazionale: «Basti pensare al collegio di Rovereto - osserva la parlamentare - dove la paura della sconfitta spinge i tre avversari a riappacificarsi nel nome del campo largo e a tentare la desistenza con i Cinquestelle». E ancora: «Per quanto Calenda e Renzi si sforzino di prendere le distanze dal loro partito natale, tutte le loro gesta li riportano alle origini», fa presente la Biancofiore. Intanto ai dem e al Terzo Polo si è aggregato pure Campobase, ossia il soggetto che fa riferimento all'ex presidente della provincia di Trento Lorenzo Dellai.
Il coordinatore regionale di Fratelli d'Italia Alessandro Urzì, che è anche consigliere regionale, ha un'idea precisa sul perchè del meccanismo: «La benedizione scesa da Letta, Renzi e Calenda per il patto indecente sui collegi senatoriali del Trentino rende evidente come l'area del Terzo Polo si ponga terza alla sinistra veramente solo dove - ha osservato al Giornale - può rastrellare voti al centro e portarli in dote alla sinistra; dove la legge elettorale non prevede il proporzionale l'area si ricompatta». «Altro che alternativi al Pd, stampelle di Letta piuttosto. Il caso del Trentino lo svela», chiosa Urzì.
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