Un vuoto di 12 ore - quello tra la sera di sabato e la mattina di domenica - e il giallo di una violenza letale alle falde del monte Grappa. Ruotano intorno a pochi ma precisi elementi le indagini sulla morte di Dedja Bledar, l'uomo di 39 anni trovato morto ieri mattina nei boschi di Pieve, frazione di del Grappa, nel Trevigiano. Di origini albanesi ma residente in Veneto da diverso tempo, l'uomo lavorava dal 2021 come giardiniere in un locale di Borso del Grappa, «L'Antica Abbazia» ma era frequentemente disponibile anche per lavoretti extra, sempre di giardinaggio, in case private. E sono proprio i suoi colleghi gli ultimi ad averlo visto poche ore prima la sua scomparsa.
Dopo il turno di sabato il 39enne non ha fatto ritorno a casa e i familiari hanno dato l'allarme, iniziando le ricerche. Stavano per denunciarne la sparizione quando ieri mattina un parente ha avvistato la sua auto in una zona boschiva. Il corpo di Dedja Bledar si trovava invece a cento metri dalla vettura, abbandonato in un sentiero sterrato. Diverse ferite da taglio, anche molto profonde, ricoprivano il cadavere in vari punti: alla testa e al torace soprattutto, mentre una lama avrebbe perforato persino un polmone. E, secondo le prime indiscrezioni, sarebbero state individuate anche ferite procuratesi nel tentativo dell'uomo di difendersi. Nessuna arma è stata trovata vicino al corpo o nei dintorni, ma l'abbondanza di segni evidenti fa propendere i carabinieri per la pista dell'omicidio. Bledar era arrivato in Italia nei primi anni del Duemila e da circa da vent'anni si era stanziato in Veneto, dove viveva e lavorava. In passato aveva fatto anche il carpentiere per diverse ditte edili, poi si era specializzato nel settore del verde. «Lo conosciamo tutti come un gran lavoratore e una bravissima persona, si è sempre dato da fare. Siamo scioccati», racconta un coetaneo, anche lui di origini albanesi, arrivato ieri sul luogo del ritrovamento. La sua vita era infatti in Italia, dove si era sposato e messo al mondo due bambini, una femmina di nove anni e un maschio di tre. Le ricerche degli inquirenti, coordinati dalla pm Barbara Sabattini, sono in queste ore focalizzate sulla Mercedes di colore bianco del 39enne trovata parcheggiata ai lati del sentiero. Eventuali tracce all'interno della vettura e il monitoraggio delle telecamere del sistema di videosorveglianza sul transito nella zona potrebbero offrire spunti alle indagini. Ma i carabinieri di Treviso e di Castelfranco Veneto vogliono anche capire se l'uomo potesse avere screzi o conti in sospeso con qualcuno del circondario.
Proprio sui rapporti della vittima saranno fondamentali per gli uomini guidati dal colonnello Massimo Ribaudo le testimonianze di parenti e persone vicine a Dedja Bledar. Da voci raccolte nel paese, la famiglia del 39enne - ben integrata e conosciuta nella zona del Grappa - in queste ore è chiusa in un profondo e doloroso riserbo.
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