Trump, guai per un conto in Cina

E Obama tira la volata a Biden. L'ombra del New York Times sulle finanze del presidente. L'ex presidente ai giovani: "Il vostro voto conta di più"

Trump, guai per un conto in Cina

La Cina si conferma il tormentone della campagna elettorale di Donald Trump. Questa volta, però, Pechino non è oggetto di attacchi da parte del presidente in carica, acerrimo nemico del regime del Dragone, ma lo scoop riguarda un presunto legame del tycoon a conti correnti cinesi. Il tutto a meno di due settimane dal voto e alla vigilia dell'ultimo dibattito televisivo con il rivale. Il New York Times ha rivelato che Trump ha un conto corrente nel paese asiatico, la cui esistenza non era mai emersa. Conto controllato dalla Trump International Hotels Management - la società che si occupa della gestione dei suoi hotel nel mondo - che fra il 2013 e il 2015 ha pagato 188.561 dollari di tasse in Cina. Alan Garten, avvocato della Trump Organization, ha spiegato al quotidiano che la decisione si rese necessaria per poter pagare le tasse locali dopo l'apertura dell'ufficio in Cina «per valutare potenziali affari immobiliari in Asia per costruire hotel». Tuttavia, Garten ha precisato che «nessun accordo si è mai concretizzato» e anche se il conto è ancora attivo non è mai stato usato per altri scopi.

Il Dragone, al centro della guerra commerciale del presidente e delle accuse sull'origine della pandemia di coronavirus, è anche al centro dello scandalo che riguarda Hunter Biden, figlio del candidato democratico alla Casa Bianca Joe Biden, accusato di aver fatto affari nel paese facendo leva sul nome del padre. The Donald sta cercando di convincere gli elettori dell'esistenza di rapporti poco trasparenti tra la famiglia Biden e Pechino, accusando l'ex vice di Barack Obama di corruzione dopo la pubblicazione delle email contenute nel presunto computer portatile di Hunter, che ora sarebbe al vaglio dell'Fbi. Inoltre, spesso Trump ha dipinto l'avversario come un «debole» nei confronti del Dragone, dicendo che se lui vince, la Cina si comprerà l'America». L'inquilino della Casa Bianca è pure tornato ad attaccare i media, e in particolare, in questo caso, la giornalista della trasmissione «60 Minutes» di Cbs. Trump ha bruscamente interrotto la registrazione di un'intervista puntando il dito contro la reporter Lesley Stahl: «Sto pensando di postarla prima che vada in onda, così che tutti possano farsi un'idea di cosa sia un'intervista falsa e faziosa», ha scritto su Twitter.

The Donald, intanto, sta proseguendo la campagna elettorale negli stati in bilico, e ieri è andato in North Carolina, dove si è recata anche l'aspirante vice di Biden, Kamala Harris. In Pennsylvania, invece, altro «swing state» dove il tycoon è andato martedì, è sceso in campo Obama a favore del suo ex numero due. «Sono convinto che Joe sarà un grande presidente. Lui è diverso, è dalla parte giusta sui problemi, svolgerà il suo lavoro», ha detto prima del comizio in un video messaggio su Twitter. Poi si è rivolto ai giovani: «La vostra generazione può essere quella che crea una nuova normalità in America, più giusta, dove il sistema tratta tutti equamente e offre opportunità a tutti... In tempi così polarizzati il vostro voto non solo conta, ma conta molto più di prima».

Assente dall'arena invece Biden, che ha preferito concentrarsi nella preparazione del secondo e ultimo duello tv di questa sera. Nel frattempo, è emerso che quasi 40 milioni di americani - il 16% degli elettori - hanno già votato, di persona o per posta. È un dato senza precedenti, legato in gran parte al Covid.

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