La task force della Casa Bianca contro il coronavirus non verrà smantellata, ma i suoi compiti verranno ricalibrati, concentrandosi su sicurezza e ripartenza dell'America. Dopo le affermazioni di martedì, il presidente Donald Trump fa chiarezza sul futuro del gruppo di esperti, e assicura che «ha fatto un lavoro fantastico» e «continuerà a lavorare indefinitamente». Il focus, ora, sarà tuttavia «la sicurezza e la riapertura del paese», ma anche «i vaccini e le terapie». «Potremmo aumentare o ridurre i membri ove necessario», precisa il tycoon su Twitter. E poi rivela che entro lunedì nominerà nuovi membri. Secondo quanto riferiscono fonti informate, starebbe pensando anche di nominare un esperto responsabile per cure e sforzi volti allo sviluppo di un vaccino.
Inizialmente, Trump aveva ventilato una sostituzione a breve della task force con un gruppo diverso, assicurando però che i due massimi esperti, Anthony Fauci e Deborah Birx, avrebbero continuato a essere consultati. Pure il numero due Mike Pence aveva spiegato che stavano «pensando al periodo del Memorial Day (il 25 maggio) o a inizio giugno per cominciare a restituire alle agenzie la gestione della risposta nazionale in un modo più tradizionale». Parole che avevano scatenato allarme negli Stati Uniti, dove i casi di contagio hanno ormai superato gli 1,2 milioni con oltre 71mila vittime, e hanno spinto il Comandante in Capo a correggere il tiro. The Donald, in ogni caso, ha fretta di voltare pagina, e torna a sollecitare la riapertura degli Usa: «Non possiamo tener chiuso il paese per i prossimi cinque anni», spiega nel corso della visita a una azienda che produce mascherine dell'Arizona. «Alcuni saranno colpiti duramente? Sì. Ma dobbiamo aprire il nostro paese e dobbiamo aprirlo presto», incalza. E parlando con i giornalisti, alla domanda se saranno perdute delle vite umane per riaprire l'economia, ha risposto che «sarà possibile, perché non resteremo confinati nelle nostre case». Proprio sul fronte dell'economia, nuove cattive notizie arrivano dal settore privato americano, che solo in aprile ha perso 20,2 milioni di posti di lavoro. E domani è atteso il dato sulla disoccupazione, che potrebbe schizzare in un solo mese dal 4,4% al 16%. Durante la visita in Arizona, il presidente ha anche suscitato alcune critiche poiché si è presentato senza protezione facciale a differenza delle persone che erano con lui (come prescrivono le linee guida del governo e le norme dell'azienda).
A New York, intanto, il governatore dello stato Andrew Cuomo torna a ripetere che «la riapertura e la fine delle restrizioni dipendono dai fatti, e non possono essere dettate dalle emozioni o da calcoli politici». Il calo dei decessi e dei ricoveri è ancora «terribilmente lento», dice, spiegando che le vittime del coronavirus nell'Empire State sono state 230 lunedì e 232 martedì. E per la prima volta nella sua storia, nella notte di ieri si è fermata la metropolitana della Grande Mela.
Non era mai accaduto nei suoi 115 anni di vita, ma ora anche la subway nella città che non dorme mai è stata messa a riposo dall'una alle cinque del mattino, per consentire pulizia a fondo e sanificazione quotidiana. Una decisione presa dal sindaco Bill de Blasio e annunciata alcuni giorni fa da Cuomo, necessaria anche per l'invasione dei vagoni da parte dei senzatetto, che hanno trasformato i treni in dormitori.
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