Città di Castello (Perugia)
Tartufai per passione e necessità. Su è giù per i boschi e le colline alla spasmodica ricerca della preziosa e prelibata «trifola» (tartufo bianco) con un occhio al portafoglio, alla tendenza e perché no, ovviamente alla buona cucina. Ora più che mai, nel momento in cui la crisi morde il freno e mette in ginocchio famiglie e consumi, disoccupati, cassaintegrati, giovani con la laurea in tasca e il miraggio di un lavoro che non c'è, vestono gli abiti leggendari dei «cavatori» (si chiamano così i tartufai) e decidono di dedicarsi alla ricerca delle pepite d'oro del bosco per «sbarcare» il lunario, arrotondare i magri stipendi e trascorrere qualche ora all'aria aperta all'insegna di un vero e proprio hobby eco-compatibile.
In Alta Umbria in provincia di Perugia, fra Città di Castello, Pietralunga e Montone al confine con le Marche, sono sempre più gli aspiranti tartufai che decidono di prendere il tesserino (dopo aver sostenuto appositi corsi con esame finale) che dà diritto alla ricerca del tartufo praticamente tutto l'anno. Un vero e proprio esercito da queste parti, oltre duemila, armati di buona volontà con cane al guinzaglio, vanghino in spalla e l'immancabile bisaccia per custodire fino al ritorno a casa il prezioso bottino naturale, che in questo primo avvio di stagione, forse a causa alla siccità estiva, seppur di qualità eccelsa, si trova in quantità limitata e si aggira su cifre record che alla prova della bilancia superano di gran lunga i duemila euro al chilo. Disoccupati, cassaintegrati, impiegati, laureati e diverse casalinghe e donne di mezza età, soprattutto nel fine settimana setacciano i boschi in lungo ed in largo con la speranza di imbattersi, grazie al fiuto impareggiabile dei cani, con l'agognata «trifola».
«Questo nuovo popolo di tartufai, composto prevalentemente da over 40 e da una agguerrita pattuglia di donne in costante aumento – precisa Giuliano Martinelli, ex-dipendente pubblico che nel 1991 si è licenziato in tronco dal posto fisso per dedicarsi alla ricerca del tartufo ed ora guida una azienda che lavora ed esporta il prodotto in oltre 63 paesi nel mondo – si cimenta in questa attività all'aria aperta per necessità economica ma anche per praticare un hobby a contatto con la natura in un ambiente incontaminato ricco di suggestioni, profumi, colori e sapori della buona cucina. Un emozione unica vedere il proprio cane che quasi per incanto fa affiorare dalla terra i tartufi dal profumo e sapore inimitabile che tutto il mondo ci invidia». Nuovi tartufai «metropolitani» dunque pronti a misurarsi con le storie leggendarie di padri e nonni, «cavatori» da generazioni disposti a fare da guide e dispensare consigli utili per evitare «fantozziane» e improduttive corse all'oro bianco, la mitica trifola.
«I tartufi migliori per pezzatura e qualità alla prova con i fornelli li hanno scovati spesso cavatori neofiti o tartufai della domenica – dichiara Pierluigi Manfroni, chef di fama internazionale che a Città di Castello con il suo ristorante «Il Bersaglio» ha preparato piatti da «Re» a vip e jet set di tutto il mondo, prima fra tutte la illustre concittadina Monica Bellucci.
Gli appuntamenti per gustare il prelibato tartufo bianco non mancheranno in Alta Umbria a partire dalle rassegne di Pietralunga (9, 10, 11 e il 17 e 18 ottobre), Citerna (10 e 11 ottobre), Montone e Città di Castello dal 30 ottobre al 1 Novembre.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.