Tutti in coda per le certificazioni. Prove di fitness (senza assalto)

Gli spogliatoi, luoghi dove fare maggiore attenzione

Tutti in coda per le certificazioni. Prove di fitness (senza assalto)

Per gli amanti del fitness quella di ieri è stata una data importante, attesissima. Hanno riaperto le palestre dopo oltre tre mesi di stop in cui soltanto i più volenterosi sono riusciti a mantenere le buone abitudini arrangiandosi al meglio in casa o facendo jogging intorno al palazzo durante i giorni di lockdown più severo.

Non tutti gli 8.114 centri fitness presenti sul territorio nazionale sono stati in grado di accogliere i clienti già dal primo giorno, con la sfilza di prescrizioni previste dalle linee guida, oltre a quelli della Lombardia, dove resteranno chiusi fino al 31 maggio. Ma la maggior parte dei centri ha ripreso l'attività adeguandosi alle nuove norme di distanziamento che hanno in parte stravolto le abitudini di chi ama allenarsi in palestra, senza però scoraggiarli. Anche se non c'è stato un vero e proprio assalto. Gli iscritti, già dalle prime ore del mattino, si sono messi in fila ai desk per compilare l'autocertificazione. Con in borsa le scarpe «dedicate» da cambiare una volta dentro. Poi subito in sala, a provare il nuovo modo di fare fitness all'epoca del Covid. Tempi contingentanti, non più di 90 minuti di allenamento ciascuno, per consentire gli ingressi a tutti limitando le attese. Con la mascherina a portata di mano, non da indossare durante l'allenamento ma per spostarsi da una sala all'altra, e gli spray per sanificare gli attrezzi. La prenotazione ormai è indispensabile per le lezioni, in modo da evitare assembramenti, che per il momento non ci sono, perché c'è chi ha ancora paura.

Gli esperti garantiscono che sono sicure, ma gli scienziati, come il virologo Fabrizio Pregliasco, raccomandano di fare attenzione soprattutto agli spogliatoi. Si arriva già in tenuta sportiva, ma gli spogliatoi si possono utilizzare, pochi alla volta e con le dovute precauzioni.

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