Tutti muti se i gialloverdi calpestano la Costituzione

Tutti muti se i gialloverdi calpestano la Costituzione

Che fine hanno fatto i costituzionalisti engagé? Possibile che da Capalbio non sia riecheggiato il supremo tam tam? Una raccolta di firme, un vibrante appello in difesa dell'Inviolabile Carta, una corale levata di scudi contro i barbari invasori dei sacri spazi costituzionali. Che fine ha fatto il professor Zagrebelsky e dove sono finiti i girotondini di Pancho Pardi, il popolo viola di Gianfranco Mascia, Libertà e giustizia di Sandra Bonsanti, Micromega di Paolo Flores d'Arcais? E Nanni Moretti? Dov'è Nanni Moretti? Tutti zitti, tutti accucciati. Tutti complici?

Parrebbe di sì. Le riforme costituzionali dei governi Berlusconi sono nulla a confronto del «superamento della democrazia rappresentativa» annunciato da Casaleggio e messo in pratica dai gialloverdi. Nulla in confronto alla riforma renziana di tre anni fa. Eppure nessuno si erge a baluardo di un Parlamento stavolta davvero minacciato, poiché scientificamente delegittimato. Nessuno ha menato scandalo per la drastica riduzione del numero dei parlamentari, la conseguente introduzione surrettizia di soglie di sbarramento altissime, l'ulteriore allentamento del rapporto tra eletti e territori. Nessuno mobilita la piazza perché il referendum propositivo caro a grillini e leghisti sposta la legittimità del potere legislativo dal Parlamento alle piattaforme digitali. Cinquecentomila click varranno più di milioni di voti: nessun confronto, nessun approfondimento, nessuna difesa di fronte al conseguente incalzare della demagogia e delle lobby. Il 25 luglio arriverà in Senato una questione che se avesse per protagonista Fi sarebbe nota a tutti perché non si parlerebbe d'altro. La faccio breve. In Sicilia i grillini hanno preso più voti di quanti non fossero i loro candidati non riuscendo di conseguenza ad attribuirsi un seggio mancante e poiché l'articolo 57 della Costituzione dispone che «il Senato è eletto a base regionale» è chiaro che quel seggio non può essere assegnato.

Invece, nonostante il parere contrario del presidente, la Giunta per le elezioni ha stabilito che il seggio vacante in Sicilia verrà incassato in Umbria. Una palese violazione del dettato costituzionale che giovedì verrà ratificata dal Senato. Accadrà nell'indifferenza generale, nel silenzio dei costituzionalisti e dei girotondini.

*Senatore di Forza Italia

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